blog di enrico.pagano

Rigidezza Torsionale

Nell’analisi meccanica di una struttura travi-pilastri, il più delle volte, o almeno per me,  si pone particolare attenzione alle sollecitazioni dovute a momento, taglio e sforzo normale. Nell’esercizio seguente si vuole capire, invece, in quale misura la torsione influisce nel comportamento di sistema della struttura stessa.

SCHEMA DI CALCOLO                                                                                             DEFORMATA

Lo sbalzo soggetto al carico distribuito è stato sostituito con il corrispondente valore del momento flettente applicato nel nodo, il quale ruota provocando nell’asta 3 una torsione. Le aste 1 e 2 hanno lo stesso comportamento che è riconducibile allo schema notevole già esaminato nei blog in precedenza.

Il problema presenta un’incognita (rotazione “ϕ” del nodo) che sarà trovata scrivendo l’equilibrio contro la rotazione del nodo:

 

ql²/2 = ϕ ( 4EI/l1 + 4EI/l2 + GJT/l3)

 

L’esercizio sarà svolto utilizzando il programma SAP2000 dal quale otterremo i valori delle caratteristiche di sollecitazione delle aste considerando, in un primo momento, che queste siano di calcestruzzo ed abbiano una sezione circolare. Successivamente si cambierà di volta in volta sezione e materiale all’asta 3.

L’obiettivo è quello di capire se e quanto, al variare della rigidezza torsionale dell’asta 3, i valori delle sollecitazioni nelle aste 1 e 2 cambiano.

Si ricorda che per una generica sezione il momento torsionale vale:

MT = (G*JT/l) ϑ(l) dove:

G = modulo di elasticità tangenziale (dipende dal materiale)

                         Calcestruzzo:      Gcls = 10KN/m²

                         Acciaio:               Gsteel = 8*10KN/m²

JT = momento di inerzia polare (dipende dalla sezione)

ϑ(l) = angolo unitario di rotazione

(G*JT/l) rappresenta la RIGIDEZZA TORSIONALE delle generica asta di lunghezza "l".

 

Di seguito vengono esaminate le diverse sezioni. Per ognuna sarà riportato il valore del momento e del taglio massimo nelle aste 1 e 2.

1

     

      MATERIALE: calcestruzzo

      SEZIONE: circolare piena   →   Jt = Ip = πR⁴/2 = π (0,36)⁴/2 = 0,026 m⁴

     

 

Deformata                                  Taglio=3,36 Kn                       Momento = -6,78 Kn m

2

MATERIALE: calcestruzzo

SEZIONE: rettangolare   →   Jt = c2 ab³ = (0,281) 0,67 * (0.15)³ = 6,3 e-4 m⁴

Il valore di c2 è tabellato e viene definito dal rapporto di forma della sezione e cioè altezza/base.In questo caso a/b = 0.67/0.15 = 4,444 →c2 = 0,281

 

 

Deformata                                Taglio= 3,56Kn                          Momento = -7,19 Kn m

3

MATERIALE: acciaio

SEZIONE: rettangolare   →   Jt = c2 ab³ = (0,281) 0,67 * (0.15)³ = 0,026 m⁴

In questo caso a/b = 0.67/0.15 = 4,444 →c2 = 0,281

 

 

Deformata                                  Taglio= 2,81Kn                        Momento= -5,69 Knm

4

      MATERIALE: acciaio

      SEZIONE: quadrata cava   →   Jt = 4 Ω² t / lm = 4 * (0,038 m²)²  (0,01) / (0,78 m) = 7,4 e-5 m⁴

 

 

Deformata                                 Taglio= 3,58 Kn                            Momento = -7,25 Kn m

5

     

      MATERIALE: acciaio

      SEZIONE: doppio T   →   Jt = ΣJTi = 2,13 e-7 + 5,55 e-8 + 2,13 e-7 = 4,81 e-7 m⁴

 

 

Deformata                                 Taglio= 3,71 Kn                           Momento = -7,49 Kn m

6

      MATERIALE: calcestruzzo

      SEZIONE: quadrata piena   →   Jt = c2 ab³ = (0,14) 0,20 * (0,20)³ = 2,2 e-4 m⁴

      a/b = 0.20/0.20 = 1 →c2 = 0,14

 

 

Deformata                                 Taglio= 3,66 Kn                                Momento = -7,39 Kn m

7

     

      MATERIALE: acciao

      SEZIONE: quadrata piena   →   Jt = c2 ab³ = (0,14) 0,20 * (0,20)³ = 2,2 e-4 m⁴

      a/b = 0.20/0.20 = 1 →c2 = 0,14

 

Deformata                                  Taglio= 3,34Kn                       Momento = -6,75 Kn m

 

Nella tabella che segue viene stilata “una classifica” delle sezioni esaminate in base alla rigidezza torsionale.

Si può notare che:

Le sezioni in acciaio offrono una maggiore resistenza torsionale rispetto a quelle in calcestruzzo in quanto queste ultime hanno un modulo di elasticità tangenziale 8 volte superiore a quello in cls.

Le sezioni piene, grazie ad un maggiore valore di JT, offrono maggiore rigidezza torsionale rispetto alle sezioni cave.

Le sezioni chiuse resistono meglio a torsione rispetto alle sezioni aperte.

Forze orizzontali e controventi

 

In questo blog si vuole determinare come e in che misura il seguente impalcato reagisce ad una forza orizzontale (sisma – vento), tramite l’azione dei controventi. Il soggetto in esame altro non è che il telaio (travi e pilastri allineati nello stesso piano) il quale non ha solo il compito di ripartire i carichi verticali ma anche quelli orizzontali.


Nello schema i controventi, in quanto hanno un comportamento elastico, vengono rappresentati come delle molle ognuna caratterizzata da una propria rigidezza, che può variare in funzione di alcuni parametri (ad esempio la sezione dei pilastri). Conoscendo il valore delle distanze delle molle dal punto di rotazione O (origine del sistema di coordinate), la dimensione dei pilastri(30cm x 40cm, h= 320 cm), il materiale utilizzato (calcestruzzo armato con modulo di Young E=210000 N/mm²), possiamo iniziare il calcolo dell’impalcato soggetto alla forza orizzontale “F”.

1-      Calcolo delle rigidezze traslanti dei controventi dell'edificio

In questo passaggio si vuole determinare quale è la forza, e quindi rigidezza, che i vari telai, presi in esame uno ad uno, oppongo alla traslazione lungo il loro asse. La rigidezza del telaio è il risultato della somma della rigidezza di ogni pilastro ad esso appartenete (proprio come nel modello shear-type) e vale:

Kᴛ = 12E Itot/h³

2-      Tabella sinottica controventi e distanze

Di seguito vengono riportate in tabella le rigidezze traslanti dei telai e la loro distanza dal punto di rotazione O


3-      Calcolo del centro di massa

Siccome non è immediatamente riconoscibile il centro di massa, in quanto l’impalcato non è simmetrico, si procede semplificando l’impalcato stesso in forme semplici, rettangoli e/o quadrati, di cui vengono trovati facilmente i baricentri. Il centro di massa dell’intero impalcato non sarà altro che la somma delle coordinate, lungo x ed y, per le rispettive aree, diviso l’area totale dell’impalcato.

 Xg= (ΣX* Ai) / Atot        con i che va da 1 a 3

 Yg= (ΣYi * Ai) / Atot

 

 

 

4-      Calcolo del centro di rigidezze e delle rigidezze globali

Il centro delle rigidezze è il centro del sistema di forze considerate, in cui viene applicata la risultante delle rigidezze traslanti dei controventi lungo l’asse x ed y. Ora non resta che ricavare le distanze dei controventi dal centro delle rigidezze in modo da trovare il valore della rigidezza torsionale (Kϕ) dell’impalcato che rappresenta la rigidezza complessiva a rotazione delle molle.

 Xc= (ΣKyi * dyi) / Kytot   con i che va da 1 a 4

 Yc= (ΣKx* dxi) / Kxtot

 Kϕ= (ΣKi * di²)

5-      Analisi dei carichi sismici

A questo punto viene definita la forza sismica, applicata nel centro di massa, come il prodotto tra  la massa dell’impalcato e l’accelerazione del suolo dovuto al sisma.

F = m a

La massa dell’impalcato “W” è data dalla somma del carico totale permanente “G” e del carico totale accidentale “Q” per il coefficiente di intensità sismica “ψ” (da normativa), dove:

=  (carico strutturale (qs ) + sovraccarico permanente (qp)) * l’area totale dell’impalcato (Ωtot)
= sovraccarico accidentale (qa) * l’area totale dell’impalcato (Ωtot)
L’accelerazione è data dalla normativa e dipende dal sito in esame. Prendiamo come riferimento la zona di Roma dove il valore della accelerazione è di 0,12.

6-      Ripartizione della forza sismica

Si arriva, infine a definire le incognite del problema e cioè la traslazione “u” lungo gli assi di riferimento e la rotazione “ϕ” dell impalcato per poi trovare il momento torcente  prodotto dalla forza sismica e ripartirla, cioè quantificare la forza che ogni controvento offre al sistema.

 

In generale l’impalcato esaminato ha un buon comportamento sismico in quanto centro delle masse e centro delle rigidezze sono molti vicini e ciò rende il momento torcente abbastanza contenuto, evitando che la rotazione sia eccessiva. Infine è interessante notare il comportamento di sistema dei controventi. I telai con un valore maggiore della rigidezza assorbono una quantità maggiore della forza sismica.

Chi più ha, più paga… mi sembra giusto!

Vierendeel, rigidezze e spostamenti

 

In questo blog si continua a trattare il problema iperstatico, stavolta risolto col metodo delle rigidezze. In particolare viene calcolata una trave vierendeel in cui i pilastri sono infinitamente rigidi e i traversi deformabili.

SCHEMA DI CALCOLO

Per effetto delle forze esterne, i pilastri traslano, senza deformarsi, di una quantità δ.

DEFORMATA

La trave in esame ha lo stesso comportamento di un telaio “shear-type” in cui conoscendo il valore degli spostamenti  δ è possibile determinare il valore delle caratteristiche di sollecitazione e delle rigidezze dei traversi. Riferendoci, infatti, ad una trave doppiamente incastrata soggetta ad un cedimento vincolare si hanno i seguenti valori notevoli del momento e del taglio nei vincoli.

SCHEMA NOTEVOLE

Il problema iperstatico verrà, quindi, risolto scrivendo per ogni incognita (spostamento) un’equazione alla traslazione verticale.

RISOLUZIONE: 6 equazioni alla traslazione verticale per 6 incognite (δ6, δ5,δ4,δ3,δ2,δ1)

1.      F = 2T  →  F = 24 EI/l³ δ6  →  δ6= Fl³/24 EI

T = 12 EI/l³ δ6  

T = 12 EI/l³ * (Fl³/24 EI) = F/2

M = 6 EI/l²  δ6 = Fl/4

 

2.      F + F/2 + F/2= 2T  →  2F = 24 EI/l³ δ5  →  δ5= Fl³/12 EI

T = 12 EI/l³ δ5

T = 12 EI/l³ * (Fl³/12 EI) = F

M = 6 EI/l²  δ5 = Fl/2

 

3.      F + F + F= 2T  →  3F = 24 EI/l³ δ4  →  δ4= Fl³/8 EI

T = 12 EI/l³ δ4

T = 12 EI/l³ * (Fl³/8 EI) = 3/2F

M = 6 EI/l²  δ4= 3/4 Fl

 

4.      F + 3/2F + 3/2F= 2T  →  4F = 24 EI/l³ δ3  →  δ3= Fl³/6 EI

T = 12 EI/l³ δ3

T = 12 EI/l³ * (Fl³/6 EI) = 2F

M = 6 EI/l²  δ3=  Fl

 

5.      F + 2F + 2F= 2T  →  5F = 24 EI/l³ δ2  →  δ2= 5 Fl³/ 24EI

T = 12 EI/l³ δ2

T = 12 EI/l³ * (5 Fl³/24 EI) = 5/2F

M = 6 EI/l²  δ2=  5/4Fl

 

6.      F + 5/2F + 5/2F= 2T  →  6F = 24 EI/l³ δ1  →  δ1= Fl³/4 EI

T = 12 EI/l³ δ1

T = 12 EI/l³ * (Fl³/4 EI) = 3F

M = 6 EI/l²  δ1=  3/2 Fl

Determinato Taglio, Momento e rigidezze dei traversi, trovo momento e taglio anche nei pilastri.

DIAGRAMMA TAGLIO E MOMENTO

Allo stesso modo di prima, siamo in grado di risolvere lo stesso tipo di trave, stavolta doppiamente incastrata.

SCHEMA DI CALCOLO

Bisogna notare che la trave è simmetrica e simmetricamente caricata per cui basta studiarne la metà ed in corrispondenza della simmetria bisogna considerare la forza di valore pari a F/2

DEFORMATA

RISOLUZIONE:3 equazione alla traslazione verticale per 3incognite (δ3,δ2,δ1)

1.      F/2 = 2T  →  F = 48 EI/l³ δ3  →  δ3= Fl³/48 EI

T = 12 EI/l³ δ3  

T = 12 EI/l³ * (Fl³/48 EI) = F/4

M = 6 EI/l²  δ3= Fl/8

 

2.      F + F/4 + F/4 = 2T  → 3/2 F = 24 EI/l³ δ2  →  δ2= Fl³/16 EI

T = 12 EI/l³ δ2  

T = 12 EI/l³ * (Fl³/16 EI) = 3/4 F

M = 6 EI/l²  δ2= 3/8 Fl

3.      F + 3/4F + 3/4F = 2T  → 5/2 F = 24 EI/l³ δ1  →  δ1= 5 Fl³/48 EI

T = 12 EI/l³ δ1  

T = 12 EI/l³ * (5 Fl³/48EI) = 5/4 F

M = 6 EI/l²  δ1= 5/8 Fl

TRAVERSI

PILASTRI

DIAGRAMMI TAGLIO E MOMENTO

VERIFICA IN SAP2000

Questione cruciale consiste nel far capire al programma che i pilastri sono infinitamenti rigidi. Per fare ciò, o si dà un valore elevato al modulo di Young al materiale con cui è fatto il pilastro, o si aumenta a dismisura la sezione del pilastro stesso. In particolore ho dato un valore altissimo al modulo di Young del materiale che costituisce il pilastro a cui tra l'altro ho assegnato una sezione di 1m x 1m, mentre alla trave è stata assegnata una sezione molto piccola.

Di seguito vengono proposti gli schemi finali:

Esercizio 1

DEFORMATA

DIAGRAMMA MOMENTO

DIAGRAMMA TAGLIO

Esercizio 2

DEFORMATA

DIAGRAMMA MOMENTO

DIAGRAMMA TAGLIO

Problema iperstatico - Trave continua

Dopo la linea elastica, si utilizza un altro strumento per risolvere il problema iperstatico. In particolare si vuole risolvere una trave continua su più appoggi, 3 volte iperstatica, attraverso il metodo delle forze.

 Lo schema di calcolo è il seguente:

I valori delle rotazioni dovute sia alla forza X  che al carico q non saranno calcolate, ma saranno ricavate dai seguenti schemi notevoli:

1.      SCHEMA ISOSTATICO EQUIVALENTE, nel quale, in corrispondenza degli appoggi rappresentati dai carrelli, rompo la continuità della trave ( abbassando i gradi di vincoli da tre a due).

2.      EQUAZIONI DI VINCOLO E EQUAZIONI DI COMPATIBILITA’CINEMATICA
Impongo che in corrispondenza degli appoggi la rotazione relativa sia uguale a zero in modo che venga ripristinata l’azione del vincolo cinematico soppresso.

Equazioni di vincolo

·         φB = 0

·         φC = 0

·         φD = 0

Equazioni di compatibilità cinematica

·         ∆φB = φBs – φBd = 0

φBs = φBs (q) + φBs (X1) =  ql³/24EI – X1L / 3EI

φBd = φBd (q) + φBd (X1) + φBd (X2) = - ql³/24EI + X1L/3EI + X2L/6EI

ql³/24EI – X1L / 3EI + ql³/24EI - X1L/3EI - X2L/6EI = 0       →       X= - ql²/8 - X/4

 

·       φD = ∆φC = φCs – φCd = 0

φCs = φCs (q) + φCs (X1) + φCs (X2) =  ql³/24EI – X1L / 6EI – X2L / 3EI

φCd = φCd (q) + φCd (X1) + φCd (X2) = - ql³/24EI + X1L/6EI + X2L/3EI

ql³/24EI – X1L / 6EI – X2L / 3EI + ql³/24EI - X1L/6EI - X2L/3EI = 0 → X= ql²/8 - x/2

3.      RISOLUZIONE DEL SISTEMA DI EQUAZIONI

X= - ql²/8 - X/4

X= ql²/8 - x/2

 

X1= 3/28 ql²

X2= ql²/14

 

4.      SOVRAPPOSIZIONE EGLI EFFETTI

Trovato il valore delle incognite iperstatiche, posso determinare il valore delle reazioni vincolari, utilizzando il principio della sovrapposizione degli effetti e tracciare infine i diagrammi di Taglio e Momento per la struttura in esame.

DIAGRAMMI MOMENTO E TAGLIO

Dimensionamento di massima di una trave inflessa

Sin dall’antichità il sistema più comune per ricoprire aperture è stato sicuramente il sistema trilitico (dal quale poi deriverà il sistema arcuato) il quale consiste in un elemento orizzontale rettilineo (architrave) disposto su due sostegni verticali puntiformi (piedritti).

 

In questo blog si vuole porre l’attenzione sull’elemento trave, effettuandone un dimensionamento di massima. Il calcolo ha come obiettivo quello di determinare l’altezza “h” della trave, mentre sono definiti i valori  della base della sezione “b”, del momento massimo agente “Mmax” e la resistenza di progetto “fd”.

Si impone, inoltre, che la resistenza di progetto sia uguale alla tensione massima del materiale:

σmax= fd

Il valore della tensione massima è data dalla formula di Navier per la flessione:

σmax  (Mmax/ Ix) * ymax

dove:

ymax/Ix = Wè il modulo di resistenza a flessione della sezione   →   σmax Mmax/Wx

Avendo posto σmax= fd, il modulo di resistenza è il più basso che possiamo utilizzare.

Considerando:

Mmax = ql²/8 (trave doppiamente appoggiata)

Wx = bh³/12 / h/2  = bh²/6  (sezione rettangolare)

Si ha:

bh²/6 = ql²/8  / fd        →         h = rad(6 Mmax/b fd) * l

Esaminando un impalcato in legno, ordito come si vede in figura, scelgo di effettuare il dimensionamento della trave maggiormente sollecitata a flessione.

Di seguito, invece, viene definita la sezione del solaio.

La trave in esame è in legno lamellare GL36c a sezione rettangolare (cioè una classe di legno lamellare combinato con lamelle di qualità peggiori all’interno e di qualità migliore ai lembi superiore ed inferiore della sezione) con resistenza a flessione fm,k = 36 N/mm².

La resistenza di progetto è fd= Kmod * fm,k / γm

Kmod (coefficiente che dipende dalla durata del carico e dall’umidità) = 0,6

γm(coefficiente di sicurezza relativo al materiale) = 1,45

 

Analisi dei carichi

Carico strutturale qs

Trave legno lamellare GL36c: 1,00 m x 0,45 m x 0,30 m x 430 Kg/m³       = 58  Kg/m² = 0,58 kN/m²

Travicelli (abete): 2 x 1,00 m x 0,06 m x 0,10 m x 600 Kg/m³                  = 7,2     "     = 0,072    "

Tavolato (legno di abete) :  1,00 m x 1,00 m x 0,03 m x 600 Kg/m³            = 18      "     = 0,18      "

Carichi permanenti qp

Massetto :  1,00 x 1,00 m x 0,05 m x 1900 Kg/m³                                       = 95  Kg/m² = 0,95  kN/m²

Sottofondo Pavimento : 1,00 x 1,00 m x 0,03 m x 1800 Kg/m³                   = 54      "     = 0,54     "

Pavimento :  1,00 m x 1,00 m x 0,01 m x 400 Kg/m³                                 = 40      "      = 0,40     "

Incidenza tramezzi :                                                                                = 100     "     = 1,00     "

Incidenza impianti :                                                                                 =   50     "     = 0,50     "     

 

Carico d’esercizio qa

Locali d’abitazione                                                                                        200  Kg/m² = 2 kN/m²

 

                                                   Totale        622,9  Kg/m² ≈ 6,3 kN/m²

qtot = (qs+ qp+ qa) * interasse = 6,3 kN/m² * 5 m  31, 11 kN/m

A questo punto, essendo noto σmaxMmax e base della sezione, possiamo determinare il valore dell’altezza della sezione, utilizzando il seguente foglio di calcolo excel.

L'altezza assunta è di 45 cm.

 

Interessante è esaminare le dimensioni della trave inflessa considerandola sia in calcestruzzo armato che in acciaio. In questa operazione ipotizzo che i carichi agenti sulla trave siano gli stessi di quelli agenti sulla trave prima calcolata in legno lamellare (trascurando il peso proprio della trave stessa). Ovviamente i valori della luce e dell’interasse rimarranno invariati.

CALCESTRUZZO ARMATO

Mmax = ql²/8    con q = 6,3 kN/m

b = 30 cm

σmax = σca = α * Rck/γm

dove:

Rck = resistenza caratteristica calcestruzzo = 30 N/mm² (calcestruzzo ordinario di classe C 25/30)

α = coeff. riduttivo per la resistenza a lunga durata = 0,85

γm = coeff. riduttivo parziale di sicurezza relativo al cls = 1,5

σfa = fy/γs

dove:

fy = tensione di snervamento delle barre di acciaio = 450 N/mm²

γs = coeff. di sicurezza relativo all’acciao = 1,15

H = hu + δ

dove:

hu = altezza utile = r * rad(Mmax/b)

δ= distanza dal centro dei tondini al lembo inferiore della trave = 5 cm

ACCIAIO

Nel caso dell’acciaio, calcolando il valore del modulo di resistenza Wx, in relazione alla base imposta in fase di progetto e momento agente sulla trave, si determina il profilo, scegliendolo dal profilario, in modo che questo abbia un modulo di resistenza maggiore o uguale rispetto a quello calcolato.

Mmax = ql²/8 con q = 6,3 kN/m

σmax  = σfa = fy/γs

dove:

fyk = tensione di snervamento caratteristica dell’acciao Fe 360= 235 N/mm²

γs = coeff. di sicurezza relativo all’acciao = 1,15

Wx = Mmax/σfa

Linea elastica

Comunemente, in meccanica, quando ci si riferisce ad una struttura in cui il numero delle equazioni di equilibrio fornite dalla statica risulta essere minore del numero delle incognite, si parla di “problema iperstatico”. In realtà il problema riguarda solo il calcolo della struttura, la quale sicuramente ha un comportamento migliore se iperstatica. Non per altro le costruzioni che ci circondano, nella maggior parte dei casi, hanno strutture iperstatiche (mi vengono subito in mente telai in c.a., ad esempio).

In questo esercizio si vuole risolvere una trave iperstatica soggetta ad un carico q₂ con l’obiettivo di conoscere in quale sezione si ha l’abbassamento massimo e quanto vale quest’ultimo.

La risoluzione avviene attraverso l’utilizzo dell’equazione della linea elastica, la quale “risolve” il problema iperstatico tenendo conto delle caratteristiche meccaniche del materiale, le caratteristiche geometriche della sezione (area, inerzia), tutte legate alla deformabilità della trave.

Il problema iperstatico presenta 8 incognite (forze interne, spostamenti, deformazioni). Considerando le incognite che dipendono solo dallo spostamento possiamo combinare le varie equazioni che derivano dal modello di trave di Bernoulli, ottenendo:

EQUAZIONI DI BILANCIO

dT/ds + q₂= 0     (a)

dM/ds + T               →     T= - dM/ds       (b)

Sostituendo (b) in (a) si ottiene:

(d/ds) (- dM/ds) + q₂= 0       →      -d²M/ds² + q₂= 0     (c)

 

EQUAZIONI DI CONGRUENZA

χ = dφ/ds = (d/ds) (dv/ds) = d²v/ds²

 

LEGAME COSTITUTIVO

M = EI χ = EI (d²v/ds²)                  (d)

 

Sostituendo (d) in (c) si ottiene:

(d²/ds²) EI (d²v/ds²) =       →       d⁴v/ds⁴ = q₂/EI

Si è ottenuto un’equazione differenziale lineare del quarto ordine della linea elastica che mette in relazione i carichi agenti su di una trave (noto) con gli spostamenti da essi prodotti (incognite del problema). La funzione incognita dell’abbassamento v(s) si ottiene integrando 4 volte:

d³v/ds³ = (q₂/EI) s + C₁               →   T                Taglio

d²v/ds² = (q₂/EI) s²/2 + C₁s + C₂          →  M            Momento

dv/ds = (q₂/EI) s³/6 + C₁ s²/2   + C₂ s + C₃    →  φ             Rotazione

v (s) = (q₂/EI) s⁴/24 + C₁ s³/6 + C₂s²/2 + C₃ s + C₄   →             Spostamento

SCHEMA DI CALCOLO

La trave in esame presenta un incastro al primo estremo ed un carrello al secondo estremo, per cui le condizioni al bordo sono:

V(0) = 0    →   C₄=0

φ(0) = 0    →   C₃=0

V(l) = 0

(- q₂/EI) l⁴/24 + C₁ l³/6 + C₂l²/2 = 0              →  C₂= (q₂/EI) l²/12 - C₁ l/3

M(l) = 0

(- q₂/EI) l²/2 + C₁ l +(q₂/EI) l²/12 - C₁ l/3 = 0      →  C₁= 5ql/8EI

Sostituisco il valore trovato della costante C₁ nell’equazione con incognita la costante C₂:

C₂= (q₂/EI) l²/12 – (5q₂l/8EI) l/3                    →  C₂= -ql²/ 8EI

Trovate le 4 costanti di integrazione posso conoscere in quale sezione della trave si ha l’abbassamento massimo e quanto vale. Per conoscere la sezione faccio una considerazione e cioè in corrispondenza della rotazione nulla si trova l’abbassamento massimo in quanto v’(s) = φ.

Per cui pongo l’equazione della rotazione prima definita uguale a zero e sostituisco alle costanti di integrazione i valori trovati ottenendo:

φ = dv/ds = (- q₂/EI) s³/6 + (5q₂l/8EI) s²/2 – (q₂l²/8EI) s

L’equazione di terzo grado in s mi darà 3 sezioni della trave in cui la rotazione sarà nulla. Mi aspetto di trovare una sezione in corrispondenza dell’incastro, una sezione in cui trovo vmax  e un punto esterno alla trave.

Trovata la sezione “s” in cui c’è il massimo abbassamento, trovo quanto questo vale. Conoscendo lo spostamento v(s), incognita del problema iperstatico, riesco ad ottenere le reazioni vincolari e tutte le caratteristiche di sollecitazione sezione per sezione.

In allegato c’è la risoluzione analitica dell’esercizio in esame.

 

A questo punto verifico i risultati ottenuti, utilizzando il programma di calcolo SAP2000.

Disegno la struttura, spezzandola già in corrispondenza della sezione in cui mi aspetto di trovare il massimo abbassamento in modo tale da leggerne facilmente il valore. Applico i vincoli all’estremità e carico la struttura con un carico q₂= 10 kN/m. Definisco, infine, la sezione ed avvio l’analisi.

DEFORMATA

DIAGRAMMA MOMENTO

DIAGRAMMA TAGLIO

I valori di taglio e momento così come l’abbassamento sono pressoché uguali. Le piccole differenze sono dovute probabilmente alle approssimazioni che ho utilizzato durante il calcolo.

Trave Reticolare

Superare grandi luci è una sfida che mette, da secoli, in contrapposizione specialisti (architetti, ingegneri, etc) e natura: è l’idea che vuole liberarsi dalle regole fisiche-matematiche che governano il mondo in cui essa deve diventare materia. Il progettista oggi, nel tentativo di realizzare strutture di grande luce, ha a disposizione vari modelli. In questo blog si analizzerà la travatura reticolare che si basa su un' intuizione strutturale che fa dividere le grandi strutture inflesse in una serie di piccoli elementi tesi o compressi.

Di seguito si propone di risolvere una travatura reticolare utilizzando il metodo della sezione di Ritter.

SCHEMA DI CALCOLO

Osservazioni:

-          La trave reticolare è isostatica in quanto si comporta come un corpo rigido nel piano in cui i 3 gradi di libertà sono contrastati, esternamente, da un carrello ed una cerniera.

-          Una trave reticolare per essere considerata tale deve essere composta da nodi e da aste sollecitate solo a sforzo normale dove, idealmente, le forze esterne agiscono direttamente sui nodi.

-          La sezione di Ritter può interessare al massimo 3 aste della trave reticolare le quali non concorrono nello stesso nodo. La sezione, inoltre, divide la trave reticolare in due parti le quali vengono considerate come corpi rigidi.

Inizio numerando i nodi e trovando, poi, le reazioni vincolari.

Trovo lo sforzo normale Nab utilizzando un’equazione di traslazione verticale. Per cui:

Nab + 9/2 F = 0           →      Nab = -9/2 F  (puntone)

Lo sforzo normale, ipotizzato di trazione, è invece di compressione e quindi l’asta è un puntone.

Dopo aver trovato le reazioni vincolari  ed Nab effettuo il taglio virtuale della trave cioè la sezione di Ritter ed analizzo la parte su cui incidono meno forze per rendere i calcoli più veloci. La sezione determina tre incognite e si hanno a disposizione tre equazioni per cui il problema ammette soluzione. In particolare si utilizzeranno equazioni di equilibrio a rotazione e traslazione. In una prima ipotesi le forze vengono considerate sempre di trazione.

Sezione  1

Equilibrio a rotazione intorno al polo “c”

-Nbdl + F l – 9/2 F l = 0  →  Nbd = - 7 rad2 /2 F  (puntone)

Equilibrio a rotazione intorno al polo “b”

Nacl = 0  →   Nac = 0  (asta scarica)

Per trovare Nbc scompongo la forza nelle sue due componenti (verticale ed orizzontale) ed impongo l’equilibrio alla traslazione verticale. Per cui:

- rad2 /2  Nbc– F + 9/2 F = 0   →    Nbc = 7/2 F(tirante)

Noto il valore delle forze delle aste in esame effettuerò altre sezioni sulle aste il cui valore dello sforzo normale è sconosciuto.

Sezione  2

Equilibrio a rotazione intorno al polo “d”

Nce  l + F l – 9/2 F l = 0     →    Nce = 7/2 F  (tirante)

Equazione di equilibrio alla traslazione verticale

Ncd+ 9/2 F – F = 0      →        Ncd = - 7/2 F  (puntone)

Sezione  3

Equilibrio a rotazione intorno al polo “e”

- Ndfl + 3F l – 9/2 F (2 l) = 0  → Ndf = -6F  (puntone)

Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale

(considero la componente orizzontale di Nde)

rad2 /2 Nde – 6F + 7/2 F = 0  →  Nde 5 rad2 /2 F  (tirante)

Sezione  4

Equilibrio a rotazione intorno al polo “ f ”

Neg l + 3F l – 9F l = 0   →   Neg= 6F   (tirante)

Equilibrio alla traslazione verticale

Nef– 2F + 9/2 F = 0  →   Nef = -5/2 F   (puntone)

Sezione  5

Equilibrio a rotazione intorno al polo “ g ”

- Nfhl + 6F l – 9/2F 3l = 0 → Nfh = -15/2 F   (puntone)

Equilibrio alla traslazione orizzontale

rad2 /2 Nfg– 15/2F + 6F=0 → Nfg = 3 rad 2 /2 F   (tirante)

Sezione  6

Equilibrio a rotazione intorno al polo  “ h ”

Ngi l + 6F l – 9/2F (3l) = 0  →  Ngi = 15/2 F   (tirante)

Equilibrio alla traslazione verticale

Ngh– 3F + 9/2F=0  →  Ngh = - 3/2 F   (puntone)

Sezione  7

Equilibrio a rotazione in “ i ”

- Nhm l + 10F l – 18F l = 0  →  Nhm = -8 F   (puntone)

Equilibrio traslazione orizzontale

rad2 /2 Nhi - 8F + 15/2 F = 0  →  Nhi = rad2 /2 F   (tirante)

 

Il valore dello sforzo normale Nmi è pari alla forza esterna agente sul nodo “m”. Per cui:

Nmi = - F   (puntone)

 

La struttura è simmetrica e simmetricamente caricata per cui i valori dello sforzo normale delle aste trovati valgono pure per la restante parte della trave reticolare. Di seguito vengono proposti tutti gli sforzi delle aste.

DEFORMATA

DIAGRAMMA SFORZO NORMALE

Dal diagramma si può notare come le aste del corrente superiore e le aste verticali siano compresse mentre quelle del corrente inferiore e quelle oblique siano tese.

 

TRAVATURA RETICOLARE 3D

SAP 2000

In questo esercizio si risolverà una trave reticolare nello spazio tramite l’utilizzo del programma SAP 2000.

La prima operazione è quella di importare lo schema di trave, precedentemente disegnata in AutoCAD:         

1.      File – Import – AutoCAD.dxf file

Fatto questo nell’analisi decido di trascurare il peso proprio della trave in modo da non avere né taglio né momento. Per cui:

2.     Define – Load patterns – Self weight multiplier = 0

Successivamente bisogna assegnare i vincoli. Siccome ci troviamo nello spazio la travatura reticolare presenta 6 gradi di libertà, per cui per renderla isostatica utilizzo 3 cerniere esterne stando attento che questi non siano allineati altrimenti renderebbero la struttura labile.

Una volta selezionati i punti in cui inserire i vincoli si procede in questo modo:

3.     Assign – Joint – Restraints – cerniera

Assegnati i vincoli esterni bisogna assegnare il rilascio ai nodi della trave reticolare cioè si impone che i nodi non reagiscano a momento.

4.     Assign – Frame – Releases – Moment (3,3) start = 0 , end = 0

A questo punto è possibile definire il carico che, come nel caso della trave reticolare 2d, deve agire sui nodi. Per cui si selezionano i nodi superiori e procedo assegnando una forza concentrata di 20 Kn per ogni nodo:

5.     Assign – Joint loads – Forces – lungo asse z – 20 kN

Non resta, infine, che definire materiale e sezione delle aste. Si ipotizzerà una struttura con aste in acciaio con un modulo di Young E = 210000 N/mm² e con una sezione circolare cava con un diametro esterno di 10 cm ed uno spessore di 0,05 cm. Per cui:

6.     Define – Materials – Add new material – Steel

7.     Define – Section properties – Frame sections – New properties – Pipe

 

Ultimo passaggio consiste nell’avviare l’analisi ed esportare le tabelle con i risultati.

 

8.     F5 per avviare l’analisi

DEFORMATA

DIAGRAMMA SFROZO NORMALE

Il fatto che non tutte le aste concorrano a contrastare le forze esterne e che ci siano alcune particolarmente sollecitate fa pensare che queste siano state disposte in un modo errato. Probabilmente rendendo la travatura simmetrica nello spazio questa avrebbe un comportamento migliore.

9.     Display – Show tables – Analysis results – Export all tables to excel

Al blog viene allegato un file excel contenente delle tabelle che mostrano le tensioni che si generano in ogni singola asta.

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