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esercitazione 1 trave reticolare

 

 

Per l’esercitazione ipotizzo un edificio multipiano adibito ad uffici il quale è sorretto da una struttura reticolare spaziale di modulo 2 × 2 x 2 collegata al suolo attraverso 4 appoggi puntuali.
L’idea progettuale è quella di avere uno spazio coperto al pianterreno quanto più privo di impedimenti fisici e visivi.
A tal proposito l’utilizzo della reticolare spaziare permettere di coprire una luce elevata attraverso un numero di appoggi limitati.

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ESERCITAZIONE1_Dimensionamento di una travatura reticolare spaziale

Immagino di progettare un edificio per uffici di 4 piani dove è necessaria una travatura reticolare per garantire al piano terra una luce libera di almeno 14m. La travatura si trova alla base dell’edificio ed è sorretta da 4 appoggi. 

 

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ESERCITAZIONE1_Dimensionamento di una travatura reticolare spaziale

L'esercitazione è stata svolta in gruppo con Masanotti A. e Musichini M..

Il fine dell'esercitazione è quello di studiare la struttura di un edificio, adibito a struttura ricettiva. La trave reticolare spaziale 20x16 m, con modulo 2x2x2m, funge da rifondazione per un edificio di due piani; i piani superiori, 320 mq, ospitano alloggi,  serviti da un corpo scala e ascensore. Il piano della reticolare è sorretto da tre pilasti e il blocco scala. E' stata ipotizzata questa scelta progettuale per ottenere uno spazio libero da elementi strutturali al piano terra, adibito ad hall e zona relax.

 

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01_ESERCITAZIONE TRAVATURA RETICOLARE SPAZIALE

L'esercitazione è stata svolta in gruppo: Masanotti_Musichini_Pompili

La travatura reticolare spaziale presa in esame rappresenta un solaio di rifondazione per un edificio di due piani adibito ad abitazione. Nella progettazione è stato considerato l'inserimento di un vano scala in corrispondenza di un appoggio. Sono quindi presenti quattro appoggi, arretrati rispetto alla struttura di un modulo (2x2x2) e la superficie studiata è di 320 mq       ( 20x16m). Attraverso SAP2000 è stata analizzata sia la deformata dovuta al peso proprio, sia la deformata dovuta ai carichi complessivi, compresi quelli agenti sui nodi. Dopo un'analisi vengono poi individuate nel Profilario le sezioni metalliche delle aste per ogni categoria studiata (compressione,trazione).

 

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ESERCITAZIONE 1_ DIMENSIONAMENTO DI UNA TRAVATURA SPAZIALE RETICOLARE

L'esercitazione è stata svolta in gruppo: Masanotti_Musichini_Pompili

In fase di progettazione abbiamo ipotizzato una struttura che funga da rifondazione per un edificio di due piani (cosi da avere un piano terra libero), con la previsione di un corpo scala per l'accesso ai piani superiori. La posizione degli appoggi a sbalzo, di un modulo verso l'interno, è dovuta all'ipotesi di una struttura arretrata e all'involucro vetrato. L'edificio funge da abitazione.

 

 

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Dimensionamento aste trave reticolare - PROGETTO

Buongiorno
scriviamo per presentare una perplessità relativa al dimensionamento delle aste della travatura reticolare spaziale di progetto.

Avendo inserito una trave reticolare unica che sorregge più o meno piani in base alla posizione, abbiamo creato differenti casi di carico:
- una F con area d'interesse 36mq per 4 piani
- una F con area d'interesse 36mq per 3 piani
- una F con area d'interesse 18mq per 4 piani
-una F con area d'interesse 18mq per 3 piani

Una volta esportate le tabelle excel su una stessa asta risultano applicate 4 Forze differenti.

L'errore sta nell'applicare 4 F distinte con 4 valori distinti anzichè 1 unica F con valori differenti in base alla posizione?

Grazie 
Beatrice Taiariol e Serena Mariucci 

 

 

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Esercitazione3- Centro delle Rigidezze

ESERCITAZIONE 3_ CENTRO DELLE RIGIDEZZE

Lo scopo dell’esercitazione è quello di verificare che l’impalcato resista alle forze sismiche, le quali agiscono nel centro di massa dell’edificio. Affinché ciò accada è fondamentale che il centro di massa coincida il più possibile con il centro delle rigidezze della struttura.

E’ possibile irrigidire una struttura attraverso l’utilizzo di controventi, ovvero elementi verticali che portano il carico fino a terra, come può essere un telaio, vani ascensori o il blocco scale.

L’implacato in questione è composto da una semplice e regolare struttura a telaio, di travi e pilastri. Si può cercare il centro delle masse dalla geometria dell’edificio. Con questa esercitazione si andrà a verificare che i due punti coincidano e che quindi la struttura resista alle forze sismiche, ma si presume già che i due centri non coincidano in quanto sono presenti due elementi rigidi (due gabbie scala/ascensore) agli angoli dell’impalcato.

L’impalcato viene riportato su SAP2000. Si compone di una struttura in cemento armato con travi 30x70cm, pilastri 30x30 cm e blocchi scala con uno spessore di 25 cm.
Viene individuato in maniera geometrica, tramite il disegno di due diagonali, il centro delle masse dell’edificio. (baricentro). La struttura viene vincolata a terra tramite incastri.

Viene poi assegnata la condizione di corpo rigido a tutti i punti degli elementi che si trovano alla stessa quota delle travi (+3 m) compreso il centro di massa (altrimenti non si sposterebbe l’intera struttura) in questo modo tutti i punti fanno parte dell’impalcato e non possono esserci spostamenti o rotazioni relative al suo interno. 

 

Per calcolare l’entità della forza sismica è necessario calcolare il peso proprio della struttura, si lancia quindi l’analisi con una combinazione di carico che considera solo il PP della struttura; tramite le tabelle delle reazioni vincolari si sommano tutte le forze verticali (F3) ottenendo così il peso totale della struttura. La forza sismica si ottiene dal prodotto tra il peso proprio ed un coefficiente di intensità sismica pari a 0.2 (coefficiente di riferimento per zone a basso rischio sismico come Roma)

Si ottiene cosi una forza sismica pari a 3443,67 KN.

SI assegna la forza concentrata sul centro di massa, prima in direzione X e poi in direzione Y, in due distinti momenti. 

Avviando l’analisi si nota che la forza applicata in direzione X non genera nessuna rotazione dell’impalcato ma solo una traslazione.

 

Applicando la forza in direzione Y l’impalcato invece subisce un’importante rotazione. Come si supponeva, il centro delle rigidezze non coincide con il centro di massa.

 Infatti soltanto spostando il centro delle rigidezze di 12 m l’impalcato non subisce una rotazione. 

 

 

Sarà pertanto necessario intervenire sulla geometria della struttura, spostando gli elementi rigidi, o considerando i blocchi scale come una struttura autonoma, collegandola al telaio attraverso un giunto strutturale.

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Dimensionamento Vierendeel

DIMENSIONAMENTO TRAVE VIERENDEEL

 

Si consideri una trave Vierendeel con un estremo incastrato e uno libero con il seguente schema strutturale:

La trave è costituita da due correnti, uno superiore che lavora a trazione ed uno inferiore che lavora a compressione, assimilabili a travi, e da montanti assimilabili a pilastri.

Caricando la trave con un carico ultimo Qu e moltiplicandolo per l’interasse troviamo le forze assiali sui montanti da cui risulta lo schema dei diagrammi di sollecitazione.

Qu dato di progetto= 59.14 KN/m

F= Qu*i= -147.87 KN

Dove i = 2.5 m

Avendo i valori massimi del momento e dello sforzo normale sui correnti e sui montanti, poiché non dipendono dal materiale e dalla sezione ma solo dalla geometria della struttura e dalle forze agenti, possiamo procedere a ritroso per dimensionare gli elementi che costituiscono la struttura.

Correnti

Mmax= 1806.37 KNm

Nmax= 1632 KN

W= M/fyd = 8100.31 cm3            dove fyd= 22.3 KN/cm2

A= N/fyd= 73.18 cm2

Quindi scegliamo HEA 900 con W=9480 cm3

Quindi scegliamo HEA 240 con A= 76.80 cm2

Montanti

Mmax= 1491.65 KNm

Nmax= 408.67 KN

W= M/fyd = 6689.01 cm3         dove fyd= 22.3 KN/cm2

A= N/fyd= 18.32 cm2

Quindi scegliamo HEA 800 con W=7680 cm3

Quindi scegliamo HEA 100 con A= 21.20 cm2

Verifichiamo ora l’abbassamento della struttura nel punto che si deforma maggiormente:

l’abbassamento v deve essere minore di 1/200 della luce, in questo modo la struttura risulta verificata.

V< 1/200 x 15 m = 0.075 m = 7.5 cm

Procediamo per tentativi e osserviamo che dimensionando la struttura per i valori minimi, ovvero sia i correnti che i montanti per sforzo normale, l’abbassamento non è verificato.

Quindi dimensioniamo le componenti a flessione che richiedono sezioni maggiori ovvero

Correnti HEA 900

Montanti HEA 800

e otteniamo un abbassamento massimo di

v= 0.0461 m = -4.61 cm minore di 7.5 cm quindi risulta verificato.

 

DEFORMATA

    

MOMENTO

FORZE ASSIALI

 

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ESERCITAZIONE

Prima Esercitazione

 

Lo scopo dell'esercitazione è quello di dimensionare gli elementi appartenenti ad un telaio piano (ovvero composto da travi che collaborano con i pilastri), di cui sono state precedentemente stabile le dimensioni, in tre differenti tecnologie costruttive: acciaio, calcestruzzo armato e legno.

 

TRAVI

Per poter procedere al dimensionamento delle travi che "compongono" la carpenteria é necessario conoscere il carico q gravante sulle stesse. A tal fine l'analisi dei carichi consente di conoscere l'entità della forza agente sull' elemento, costituita dalla combinazione di tre "tipi" di carico:

CARICO STRUTTURALE(qs): peso proprio di tutti gli elementi strutturali

CARICO PERMANENTE(qp): peso proprio di tutti gli elementi non strutturali, compresa l'incidenza a mq dei tramezzi (1kN/mq) e degli impianti (0,5kN/mq)

CARICO ACCIDENTALE(qa): dipende dalla destinazione d'uso dell'edificio e del solaio stesso.

 

Le seguenti tabelle mostrano rispettivamente l'analisi dei carichi per le tre tecnologie:

Prendendo in analisi un mq di solaio sono stati distinti elementi strutturali da elementi non strutturali e il relativo carico è stato calcolando moltiplicando il peso specifico del materiale (espresso in kN/m3) per la quantità di volume (m3/m2) di materiale stesso contenuta in un mq di solaio.

Per quanto riguarda i carichi accidentali invece, essi sono previsti dalla normativa attualmente vigente (NTC 2008-Norme tecniche per le costruzioni-D.N.14 gennaio 2008) nella quale questi vengono distinti in base alla destinazione d'uso dell'edificio.

Il carico totale a mq di solaio è stato calcolato tramite la formula prevista dalla normativa per la combinazione di carico allo stato limite ultimo:

q=gG1 qs+gG2 qp+ gQ qa

I valori di g (rispettivamente 1,3 per qs e 1,5 per qp qa) rappresentano dei coefficienti di sicurezza che, maggiorando il momento, consentono di tener conto dell'aleatorietà dei valori di carico determinati. Il carico di cui sopra comunque, agisce su 1 mq di solaio, mentre per poter determinare le sollecitazioni agenti sugli elementi strutturali è necessario conoscere il carico agente sulla trave espresso in kN/m.

A questo scopo è stato sufficiente moltiplicare il carico di cui sopra per l'interasse relativo all'area di influenza della trave.

CALOCOLO MOMENTO MASSIMO

Lo schema statico del telaio piano è stato approssimato in ambito di pre dimensionamento a quello di una trave doppiamente appoggiata, quindi il nodo trave pilatro non viene visto come un nodo rigido bensì come un vincolo semplice di appoggio.

La sollecitazione massima flessionale massima è stata quindi calcolata come M= ql2/8.

DIMENSIONAMENTO

 

 

 

CALCOLO SFORZO NORMALE MASSIMO

 

DIMENSIONAMENTO

Una volta ottenuto il valore massimo dello sforzo normale agente sul pilastro, il metodo di pre dimensionamento adottato mira a calcolare i valori di area e momento di inerzia minimi della sezione.

Quindi il calcolo dell'area consiste nell'eguagliare tensioni massime con resistenza a compressione del materiale

 smax = fcd 

N/Amin=fcd  

Per cui l'area minima affinchè non si verifichi lo schiacciamento del materiale risulta essere uguale al rapporto tra sollecitazione e resistenza:

Amin=N/fcd  

Il momento di inerzia minimo di ottiene invece mettendo in relazione  il valore massimo della tensione agente sulla sezione e il valore critico della tensione dell'elemento. Quest'ultimo un particolare è la tensione associata allo sforzo normale critico, il cosiddetto carico critico euleriano, ultimo valore di carico oltre la quale non è più possibile l'equilibrio e si innesca l'instabilità.

Ncritico= p2E Imin /(l β)2

Nell'esercitazione il calcolo del momento di inerzia minimo avviene partendo da tre dati da inserire: il valore del modulo di elasticità E, il valore di β (che tiene conto di come il pilastro è vincolato), e l che è l'altezza del pilastro. Con questi dati è possibile calcolare due importanti parametri: snellezza massima dell'elemento e raggio di inerzia minimo della stesso. Quest'ultimo dato è fondamentale perché nelle sezioni in acciaio consente la scelta del profilo direttamente dal profilario, mentre nel caso di sezioni rettangolari, permette di calcolare la base minima della sezione.

l e r risultano quindi uguali a:

l = p (E/fcd)0,5

rmin= l0/lmax che nelle sezioni rettangolari vale rmin=(1/12b)0.5

Da qui è possibile calcolare la base minima come b=2(3rmin)0,5

 Calcolata la base, il valore dell'altezza è semplicemente pari al rapporto tra area minima e base minima.

Una volta calcolate le dimensioni della sezione il momento di inerzia minimo della stessa viene fornito dai profilari per le sezioni in acciaio, ed è pari a I=bh3/12 per le sezioni rettangolari.

 

Per poter determinare mediante il programma di calcolo “SAP” i valori massimi di sollecitazione agenti sulla struttura prima di tutto occorre disegnarla, assicurandoci di stare lavorando con il sistema di unità di input idoneo.

Abbiamo copiato a questo punto il file tre volte per poter lavorare sulla stessa struttura modificando solo i materiali assegnati. Per ciò che concerne l’acciaio e il calcestruzzo, i materiali sono preinseriti e abbiamo dovuto unicamente selezionare i profili scelti in fase di calcolo, per l’acciaio, e dimensionare correttamente la sezione per il calcestruzzo armato. Diversamente ci siamo dovute comportare per la struttura in legno non essendo, infatti, tale materiale presente nella libreria installata. Abbiamo quindi creato un nuovo materiale specificando la sua natura ortotropa, il peso specifico e il modulo elastico (questi ultimi due cambiano a seconda del tipo di legno).

Sono stati poi inseriti da comando le densità di carico agenti sulle travi. Non abbiamo invece previsto di sottoporre le strutture all’analisi delle sollecitazioni orizzontali causate dall’azione del vento.

Abbiamo quindi ottenuto i seguenti diagrammi:

 

ACCIAIO

  

Diagramma dei momenti sulla trave

 

Diagrammi delle sollecitazioni sulla pilastrata

 

CALCESTRUZZO ARMATO

Diagramma dei momenti sulla trave

Diagrammi delle sollecitazioni sulla pilastrata

 

LEGNO

Diagramma dei momenti sulla trave

Diagrammi delle sollecitazioni sulla pilastrata

 

VERIFICA

Una volta terminata l'analisi in SAP della struttura è stata fatta la verifica degli elementi precedentemente progettati ma sostituendo le sollecitazioni di progetto con quelle ottenute dall'analisi.

Il metodo di verifica utilizzato mette a confronto le tensioni agenti sulla sezione più sollecitata con le tensioni ammissibili.

In generale quindi:

smax ≤ fcd

Per quanto riguarda la trave, la tensione massima è stata calcolata in funzione della sollecitazione massima agente sulla sezione, quindi come il rapporto tra momento massimo e modulo di resistenza a flessione massimo:

smax= Mmax/Wmax

Mmax/Wmax≤ fcd

In riferimento al pilastro invece, la tensione massima è fornita dalle due diverse sollecitazioni agenti sullo stesso, ovvero sforzo normale di compressione e momento flettente trasmesso dalla trave al pilastro.

La tensione massima è quindi pari a:

smax= N/A+Mmax/Wmax

Da cui la verifica di una sezione presso-inflessa:

N/A+Mmax/Wmax≤ fcd

 

   

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