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Stazione Tiburtina

 

"Noi sognano una comunità libera, ove la dimora dell'uomo non sia conflitto ne con la natura ne con la bellezza" A.Olivetti

 

 

Il ruolo della Direzione Artistica descritto e spiegato in maniera esaustiva dal professor Desideri alla fine della visita di oggi alla stazione Tiburtina. Abbiamo evidenziado dei passaggi chiave che possono riassumere il valore della Direzione Artistica al di là del chiarissimo discorso.

 

Come si è sviluppato nei mesi di cantiere, il ruolo della Direzione Artistica?

 

Paolo Desideri "La questione della Direzione Artistica è una questione assolutamente decisiva. In Italiano si chiama Direzione Artistica e sembra in realtà una cosa legata a… ti aspetti un architetto … col fazzoletto pendente che dice qui tutto verde, qui tutto giallo. No! in realtà non è questo: la Direzione Artistica è una quota dentro la Direzione dei Lavori. La Direzione dei Lavori fa sostanzialmente due cose: una, fa tutta la contabilità, che è una questione assolutamente decisiva e molto impegnativa; la seconda questione è viceversa il controllo dell'esecutivo e la gestione delle varianti e questa parte (la chiamiamo parte B della Direzione dei Lavori?) è la Direzione Artistica ed è davvero l'aspetto decisivo nel senso che, io ve lo dico proprio per esperienza sul campo, sia questa (Tiburtina), sia Firenze che inaugurerà il 21 dicembre, sia il palazzo dell'esposizioni ormai inaugurato quattro anni fa, sia l'archeologico di Reggio Calabria… insomma tutte le grandi opere pubbliche alle quali stiamo lavorando, hanno il loro esito come questa in ragione del fatto che il progettista è stato presente sul campo fino al giorno dell'inaugurazione. Ma non come controllore, questo è il punto, lo dobbiamo assolutamente capire. Io qua ho fatto il progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, l'esecutivo lo abbiamo finito nel 2004 e il progetto è andato in gara d'appalto. A quel punto noi eravamo convinti di aver consegnato alla storia il nostro progetto: l'impresa che vince con un fortissimo forfait chiuso massimo ribasso (vuol dire una gara dove non contano i computi ma i disegni) è obbligata, cioè tu mi fai un ribasso rispetto alla cifra base di gara e ti impegni a realizzare i disegni, punto. Siccome i disegni li avevamo fatti in stracoscienza, pensavamo - è fatta! -. Non è assolutamente così, nel senso che a differenza dell'architettura del passato, la cui realizzazione era molto standardizzata a partire dal fatto che la tecnologia era stabile, cioè per costruire una casa in mattoni tu fai l'esecutivo dopo di che sei garantito che, lo realizzi l'impresa X o l'impresa Y, sempre in mattoni verrà realizzata. Ma dal momento che tu fai lamiera microforata ossidata o fai cor-ten (queste belle lastre di cortine… non è cor-ten, è vernice a proposito sempre di "cinecittà")… l'impresa, non sò come dire… tu stai portando a realizzazione delle cose che non stanno nel manuale: sei condannato, te e l'impresa, ogni volta a ridisegnare a reinventare l'engineering di come questa roba sta su, si tiene, è posizionata; i montanti per quanto tu li abbia disegnati… non è che il nostro esecutivo non disegnasse tutti i montanti ma quando arriva l'impresa e ti dice - guarda architetto, io ho bisogno di un costruttivo in cui il montante lo passo da 90 cm come tu lo hai disegnato a 120cm - perché? - e perché io ci risparmio sopra 6 milioni di euro, perché ho una tecnologia che si sposa con i 120cm e non con i 90 - e questo è legittimo da parte dell'impresa chiederlo. Il problema è che questo produce un feedback sul progetto, micidiale! A quel punto o a governare il progetto ci sei te progettista attraverso un incarico di Direzione Artistica che comprende la gestione delle varianti oppure qualcun'altro progetta al posto tuo. Per quanto questo qualcun'altra possa essere bravo e in buona coscienza, fa un'altro progetto, fa il suo progetto. Cioè qua in altre parole il progetto… Romolo è stato con me, protagonista, osservatore, progettista… ha lavorato con il nostro staff dalla fase del concorso sino alla fase della progettazione esecutiva, e diceva Romolo  - sono sorpreso di vedere quei render non traditi - e oggi li vediamo realizzati, ma vi assicuro che il progetto è stato totalmente rifatto, totalmente, forse due volte. E questo rifarlo non ha tradito i render perché l'ho rifatto "io" e se lo avesse rifatto "lui" che è persona di cui ho somma stima ma avrebbe fatto il progetto suo, e lo capirei. E il progetto suo non è che dici "era diverso il materiale" no nella tecnologia contemporanea queste variazioni danno dei feedback enormi. Questa facciata, vedete, ce la siamo progettata in fase esecutiva, in maniera totalmente diversa da quella che avevamo, era prevista in vetro strutturale ma per motivi vari non si poteva fare o meglio l'impresa avrebbe realizzato un pasticcio. Se ti rendi conto di questo hai due vie: una è puntare i piedi e viene il tutto viene male, oppure accettare di investire in creatività e di rifarla, ridisegnarla, reinventarla. Qui abbiamo accettato di avere montanti orizzontali, ma non volendo la "crostata"  e ci siamo inventati dei montanti radon che sono fatti su tre spessori differenti. Ora non è che questo non è bello, ma è sciocco, difronte un'impresa che alla fine ti dice - si, d'accordo io accetto ma ho un cappio, te lo devo realizzare come? io i costruttivi che riesco a fare sono questi… - tu li guardi … e dopo che ti sei rimesso in sesto dici - no guarda, adesso ci penso io - Ora se non hai la Direzione Artistica sei fregato… "perdi" il progetto, lo fa qualcun'altro…"

 

A lei è capitato con esperienze precedenti?

 

P.D."Guarda io ho questo grande privilegio perché è proprio una mia fortuna, di slalom… no ma è una botta di fortuna … solitamente il direttore dei lavori subappalta la Direzione Artistica, qui per intenderci la direzione lavori l'ha fatta Italferr, bravissimi per altro, che hanno governato tutta la cauterizzazione e hanno governato tutta la contabilità… e hanno girato a noi tutta la Direzione Artistica. e la gestione delle varianti, che è molto. Ma se non hai queste due cose sei fregato. Questo entra in argomento con la trasformazione di diritti artistici, diritti d'autore! Ed è qualcosa di molto vicino alle questioni della Direzione Artistica che stai dicendo, questa è le versione che dò io: a tecnologia stabile il diritto d'autore andava a pagare tutto quello che c'è prima, cioè tu in qualche modo puoi esigere il rispetto di quello che hai disegnato a partire dal fatto che la tecnologia è marginale, nel senso che è assolutamente stabile. Quello che tu hai disegnato è comunque compatibile con quella tecnologia codificata nella manualistica, ma oggi esiste un manuale? No. Tu devi ogni volta reinventare il tuo engineering, e reinventare non puoi farlo nel chiuso del tuo studio ma nella felicità di sporcarti le scarpe del cemento del cantiere, cioè dirigendo, facendo la Direzione Artistica! Ed è questa la Direzione Artistica, che ha qualcosa di molto connesso con la trasformazione del senso del diritto d'auore. Il diritto d'autore oggi se lo vogliamo continuare a dichiarare come architetti, e io credo sia indispensabile, si sovrappone esattamente al ruolo della Direzione Artistica, è li che tu controlli l'esercizio del tuo diritto d'autore, cambiando il progetto perché nulla cambi, nulla tradisca l'idea iniziale. Ma lo devi cambiare, non c'è storia. Chi non lo cambia è perduto, chi non lo cambia e si ostina e punta i piedi è fregato. Quando eravamo ragazzini Quaroni faceva vedere questo filmato tutto accelerato di Pujon che disegna ad Algeri (Pujon è l'architetto francese che ha progettato le grandi case bianche di Algeri, splendide degli anni 30, anni 20) c'è questo filmato che fa vedere Pujon con il camice e tutti i collaboratori, questo stenditoio con i parallelinei, in cantiere, all'aperto, loro disegnano e ci sono gli algerini (l'impresa) che gli tolgono i disegni e corrono a costruire capito? E noi pensavamo - roba veramente arcaica!! bah… - e invece noi abbiamo fatto Pujon! Qui, a Firenze, a Reggio Calabria… è un impresa travolgente, questo oggetto (Tiburtina) è stato realizzato in 3 anni e mezzo, Firenze che è un opera dello stesso importo è stata realizzata in 22 mesi, tre turnazioni da 8 ore. Ma chi alimenta le tre turnazioni?..."

Considerazioni sulle visite ai cantieri di edilizia residenziale [Gruppo de Bonfils, De Simone, Iezzi]

L'impresa, sotto il profilo del diritto, è un'attività economica professionalmente organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi: ciò è quanto si desume dalla definizione di "imprenditore" che all'art. 2082 fornisce il vigente Codice civile.

Visitando i cantieri residenziali di Velletri e Casal Palocco ci siamo voluti soffermare su ciò che, a nostro parere, li caratterizza.
Apparentemente sembrano due interventi simili, residenze di taglio medio in zone alla periferia di Roma, eppure l'utenza che fruirà dei beni è differente. Perchè?
L'imprenditore propone un'operazione immobiliare, poi nomina un progettista e successivamente vengono scelti un direttore dei lavori ed il collaudatore.
Nascono perciò in modo simile, il progetto viene redatto, portato in comune per ottenere la licenza di costruire; viene nominata l'impresa (già nota all'imprenditore, di cui a volte lui stesso è socio): comincia così il lungo e tortuoso cammino per la realizzazione.

In entrambi i cantieri viene data molta attenzione al dettaglio, oltre che al rispetto della sicurezza, rendendoli simili anche sul livello dei costi di realizzazione; ma l'imprenditore, già esperto ed avviato professionalmente, porta avanti un'indagine di mercato per studiare i possibili acquirenti.
Ed è proprio su quest'ultimo apetto che le due operazioni prendono due strade separate: a Velletri, le prime abitazioni sono vendute a compratori più facoltosi (orefice, architetto, gioielliere) come il commerciale annesso è stato venduto ad una banca; a Casal Palocco, invece, gli appartamenti sono pensati come prima casa per una giovane coppia.

Considerando ciò che abbiamo finora detto sembra quindi che il fattore discriminante sia dato dal costo dell'investimento. Pare infatti che la firma di un progettista abbia un maggiore impatto sul costo complessivo, considerando la maggiore complessità architettonica e compositiva, la maggiore attenzione alla qualità formale degli spazi, che conferisce alla realizzazione un valore in più, un surplus di costo per l'acquirente.
Non ci resta che chiederci se questo valore aggiunto sia comprensibile o meno dal compratore: è quest'ultimo diposto a spendere del denaro in più per beneficiare di un progetto firmato?

PRIME CONSIDERAZIONI: L’IMPORTANZA DI UNA VISIONE GLOBALE

Vivere e vedere i cantieri è un passo fondamentale per capire il ruolo dell’architetto, che non si limita al disegno su carta, alla progettazione di spazi e ambienti, ma è anche e soprattuto la realizzazione ultima.

Il progetto è solo il primo approccio e anche considerandolo tale non può prescindere da un pensiero successivo che coinvolga tutti gli aspetti della realizzazione. La progettazione è quindi un processo che, anche avanzando per fasi, in ogni istante deve tenere conto di quella precedente e quella successiva.

Da queste considerazioni la scelta di analizzare il ruolo del direttore lavori è stato un passo quasi obbligato poiche il direttore lavori è in qualche modo colui che in qualche modo deve tenere presenti le varie fasi e i vairi stati del progetto, dovendo conoscere gli aspetti tanto progettuali quanto costruttivi.

Durante le varie visite nei cantieri è stato interessante notare come la fase di progettazione su carta avesse dei riscontri diretti sulla realizzazione e la ‘posa in opera’ e come a rendere interessante il progetto non sia  solo l’idea concettuale e la sua ‘materializzazione’ ma anche e soprattuto i piccoli espedienti che, immaginati e previsti nella fase iniziale, hanno poi permesso una relizzazione fedele e interessante di quell’idea iniziale.

Nella visita al cantiere di velletri abbiamo potuto notare come elementi studiati in fase di realizzazione si siano adattati perfettamente ed abbiano ulteriormente arricchito il progetto inziale. Ne sono un esempio i parapetti metallici o anche l’espediente dell’infisso arretrato per esaltare la purezza del volume e dello spessore della massa muraria.


 

Il compito del direttore lavori cambia molto da cantiere a cantiere, cos’ come cambiano gli approcci alla progettazione e i problemi riscontrati nella realizzazione.

Il cantiere del mattatoio, ad esempio, è stato fortemente condizionato da mancanza di un costante confronto tra il progettista iniziale e il direttore lavori, fatto che ha portato a diverse modifiche non previste in fase preliminare.


 

Andamento completamente diverso nei cantieri di casal palocco e infernetto, dove previa una progettazione più dettagliata e in qualche modo ‘tecnica’ il progetto ha subito poche modifiche, legate soprattuto a problemi strutturali nati in seguito a perizie specifiche.

 

 

project manager

Il project manager è il responsabile unico della valutazione, pianificazione, realizzazione e controllo di un progetto; può essere un rappresentante del committente o della società incaricata di realizzare il progetto.

Il suo obiettivo essenziale è quello di assicurare il rispetto dei costi, dei tempi e della qualità concordati e soprattutto il raggiungimento della soddisfazione del committente.

Il ruolo del project manager richiede ottime competenze organizzative e metodologiche, ma non una profonda conoscenza dei dettagli tecnici del progetto di cui è responsabile; deve conoscere molto bene il prodotto, inoltre sono necessarie alla riuscita del progetto competenze tecniche utili ad una organizzazione efficace delle risorse.

 

compiti del project manager:

  1. elaborare la pianificazione e la programmazione di dettaglio.
  2. organizzare efficientemente ed efficacemente le risorse umane a sua disposizione.
  3. favorire la comunicazione e l'affiatamento del team di progetto.
  4. distribuire le risorse sulle attività e monitorarne lo svolgimento.
  5. svolgere periodicamente il processo di controllo, riportando allo steering committee* lo stato di avanzamento dei lavori e le stime di conclusione, anticipando eventuali esigenze di interventi particolari o di revisioni contrattuali.
  6. partecipare allo steering committee e mettere in atto le decisioni.
  7. prendere tutte le iniziative volte a prevenire i rischi.
  8. mantenere i contatti con gli utenti di riferimento e gli utenti finali pianificandone il coinvolgimento nelle varie attività del progetto.
  9. produrre la documentazione di sua competenza e supervisionare quella prodotta dal team di progetto.
  10. controllare la qualità dei prodotti parziali ed assicurarsi che gli standard di qualità adottati siano rispettati.
  11. provvedere alla contabilizzazione delle risorse per conto della sua azienda di appartenenza.
  12. dopo la chiusura del progetto, provvedere alle attività di riepilogo.
  13. avere sempre un'attenzione particolare al miglioramento dei processi produttivi del progetto.

* steering committee: un comitato di persone con compiti decisionali, il quale esercita il controllo strategico sul progetto tramite riunioni periodiche nelle quali le persone responsabili della realizzazione del progetto ragguagliano il comitato sullo stato avanzamento lavori, sulle eventuali criticità emerse e sulle eventuali azioni da intraprendere.

 

cuci e scuci

 

" Cuci e scuci...è una tecnica… lo dice la parola … tolgo una parte e la ricostruisco…"

"...fino ad un certo punto le vecchie strutture continuavano ad assolvere la loro funzione portante, in questo caso la muratura reggeva cinque piani, poi però... il carico della muratura va trasferito, mediante demolizione della muratura stessa, alle nuove strutture che, fino ad un certo punto sono scariche… durante questo trasferimento... la trave non lavora per niente perchè c’è la muratura che impedisce la flessione, ma quando si demolisce la muratura, la trave improvvisamente sopporta tutto… “

 “ ...si abbassa la freccia... " 

" ...la muratura è stata demolita in pochissimo tempo e nella demolizione il carico si è trasferito sulle strutture... quelle nuove metalliche... ed è avvenuta una cosa inaspettata… le travi negli anni '80 erano monitorate… collegate a dei computer in modo tale che le deformazioni delle travi si potessero vedere direttamente … tutto questo trasferimento di carico è stato fatto mentre sopra il personale lavorava… “

" ...ignaro... non sapeva che sotto gli stavano togliendo la terra sotto i piedi ...“

“ ...si accorge che una trave aveva una deformazione anomala… PANICO!… poteva essere qualunque cosa... un cedimento del terreno, poteva essere un errore della progettazione della trave... e per due giorni la deformazione… aumentava … terrore generalizzato… grazie a questi computer sono stati fatti diversi tentativi… tutto questa situazione dipendeva... da dei bulloni che non erano stati stretti a dovere… risolto il problema il sistema ha trovato la sua stabilità… "

" ...le stanze devono essere così… le cucine così…  i ristoranti? così... e quando dico COSI' dico… superfici, metri quadri, sevizio trasferimenti… una rifunzionalizzazione è un’opera titanica… difficilissima! "

 “ ...perciò l’importanza del project manager… negli anni '80 il rapporto era committente - architetto… la figura del project manager è fondamentale, senza la quale certe operazioni non sarebbero possibili... deve mettere in relazione decine di esigenze…”

( Hyatt Park Hotel )

 

 

La visita alla Stazione Tiburtina del 3.12.2011 (senza caschetto)

Come da programma, sabato 3 dicembre prossimo visiteremo la Stazione Tiburtina, guidati dal Prof. Paolo Desideri. L'appuntamento è all'ingresso lato Nomentano, ore 9,00 circa. Come noto la Stazione Tiburtina è stata inaugurata 3 giorni fa; in realtà solo una parte di essa. Ma l'occasione di visitarla accompagnati da uno dei progettisti, credo sia unica.

Invito tutti a non mancare, perché le cose dette in questa circostanza (ovvero dalla voce di chi "..vede e rivede, insieme a noi, realizzata una propria opera da poche ore..") sono - ovviamente - decisive.

NON OCCORRE IL CASCHETTO DI SICUREZZA, QUESTA VOLTA!

Vi aspetto

Prof. Alfredo Passeri

Il direttore di cantiere: “un uomo col fisico” (cit. Ing. Ledda)

 

L’ing.Ledda ci ha sensibilizzati riguardo a temi importanti quali le responsabilità del direttore di cantiere che, come un abile direttore d’orchestra, segue e coordina il componimento musicale dell’opera. Per adempiere a questo compito deve essere sul cantiere presto alla mattina per dare gli ordini alle maestranze prima che inizi la giornata lavorativa, deve risolvere le incongruenze tra il progetto e l’esperienza pratica di cantiere, confrontarsi diplomaticamente con il cliente e le altre figure e vigilare sul rispetto della sicurezza. Questa figura scrive quindi la “storia” del cantiere assumendosene le responsabilità civili e penali. Proprio per questo l’accusa di negligenza è la peggior offesa che un direttore dei lavori possa ricevere poiché questa sua mancanza di professionalità espone a rischi se stesso e gli altri.

“Se tu vuoi fare il direttore dei lavori  ed essere ascoltato innanzi tutto devi essere uno che c’ha il fisico e che non si ammala mai e che si sveglia la mattina alle 6.30 perchè alle 7.15/7.30 deve essere sul posto. E poi deve anche dire cose sensate, perché il cantiere purtroppo è una scuola molto cattiva se dici una cavolata, se dici la seconda  poi non ti ascolta più nessuno, sei proprio fuori . Il direttore dei lavori è una figura importantissima ha responsabilità enormi.” cit. Ing. Ledda

Gruppo:  Muglia - Scavo - Trimaldi - Valdarnini

Visita ai cantieri di Macchia Palocco - Infernetto (Cicconi, Cristofaro, Di Carlo)

Riportiamo il breve 'botta e risposta' sulla sicurezza in cantiere tra il professore e l'ing. Ledda.

Ing. Ledda: ”Il coordinatore alla sicurezza deve redigere il P.S.C., in cui deve inserire tutti i rischi del cantiere. A fronte di questo P.S.C., tutte le ditte che lavorano all’interno del cantiere, presentano il loro P.O.S. “piano operativo di sicurezza” che va ad integrare il P.S.C. redatto dal responsabile della sicurezza del cantiere che oggi è una figura di grande spessore, di grande peso ed è giusto che sia così perché muoiono 3 persone al giorno nei cantieri. Io ho di cantiere circa 20 anni e in 20anni ho visto due morti […] uno è cascato da un tetto perché era tornato dalla pausa pranzo dove aveva bevuto vino; in cantiere non si beve vino, non si beve birra […] non è che quando rientrano i ragazzi che sono andati a mangiarsi un panino, gli fai l’alcool test […]. L’altro è morto di infarto, era un pittore; i pittori sono le categorie più a rischio di tutte perché hanno sempre le mani più in alto del cuore, lui era anche cardiopatico ma non lo sapeva e quel giorno era un po’ stanco[…]. Io ero giovane, inesperto e non gli ho detto, come faccio oggi, “fermati, riposati un attimo…” […].

A. Passeri: “[…] questo grande ed importantissimo documento che deve stilare il responsabile della sicurezza, raccogliendo le varie istanze delle varie imprese subappaltatrici, perché ogni impresa subappaltatrice DEVE redigere un proprio registro con le qualità dei rischi che corrono gli operai ecc…. purtroppo spessissimo, troppo spesso viene considerato una noia. Ecco perché ci sono 3 morti al giorno in cantiere: una strage ragazzi, 1200-1300 morti l’anno in Italia è una strage. Su questo vi pregherei di imparare SUBITO, oggi, mentre siete all’università, le regole del comportamento DILIGENTE. Lo sapete quale può essere la parola più offensiva da dire a un direttore dei lavori, a un responsabile della sicurezza? NEGLIGENZA, la parola più grave dal punto di vista deontologico […]. Quando si dice “negligenza” uno può essere o espulso dall’ordine, significa che tu non puoi più lavorare, hai chiuso, devi fare un altro mestiere; oppure sospeso ed è una macchia gravissima perché è un reato PENALE. Ricordatevi che gli ordini professionali sono tenuti dal Ministero di Grazia e Giustizia[…], l’ordine è soprattutto un organo di TUTELA della professione, è punitivo quando c’è grave negligenza.

[…] agli operai stranieri avevamo fatto il libretto di istruzioni sui pericoli nella loro lingua in modo che loro capissero che se cammini sul tetto senza casco e senza cinghia sei a rischio, sei a rischio per te per la tua vita e anche per tutte le conseguenze

L.: “La formazione-informazione è fondamentale, le visite in cantiere vanno controllate dai propri dipendenti e quando gira il direttore dei lavori deve controllare TUTTO, anche dai rumori deve capire quali possono essere i rischi. Qualunque attività dovrete svolgere in cantiere, dovrete essere attenti alla sicurezza

A.P.: “Quante volte viene in cantiere il responsabile alla sicurezza?”

L.: “Beh, il responsabile alla sicurezza deve fare un giretto almeno 1-2 volte a settimana e vedere il ponteggio, il battitacco se è fissato, se ci sono i cappellotti sui ferri in attesa, la cartellonistica, la segnaletica, i cancelletti, le luci, la scala va parapettata perché sopra i 50cm si considera la caduta letale perché puoi sbattere la testa.”

Alcune considerazioni sull'esperienza del corso di Fattibilità del Progetto

Sin dalla prima visita al cantiere di Vasca Navale del professor Vidotto ho iniziato a vedere con occhi diversi quanto studiato finora. L'edilizia, pubblica o privata che sia, si è rivelata non solo il risultato concreto dell'idea progettuale di un architetto ma il complesso equilibrio tra maestranze diverse.

Con il cantiere dell' Hyatt Park Hotel si è visto proprio come questo complesso equilibrio riesca a mantenersi tale grazie all'operato di una figura fondamentale, quella del project manager, il quale, per l'appunto, ha come obiettivo essenziale quello di assicurare il rispetto dei costi, dei tempi e della qualità concordati e soprattutto il raggiungimento della soddisfazione del committente.

In quest'ottica abbiamo conosciuto la persona dell'ingegner Gianluca Ledda che ci ha accompagnati anche nel quarto incontro presso i cantieri di Casal Palocco e Infernetto.

Nel condividere con noi le sue esperienze di cantiere, il signor Ledda ha sottolineato l'importanza di uno stretto e rigoroso adempimento ai propri doveri da parte di ogni componente di quella che potremmo definire l' equipe di cantiere ai fini di fare architettura e non semplice speculazione.

Dal rispetto delle più elementari norme di sicurezza da parte degli operai di cantiere, al severo controllo del direttore dei lavori; siamo venuti a conoscenza di quello che è il vero mondo cantieristico, mettendo da parte le nozioni puramente teoriche che spesso siamo abituati a ricevere. Abbiamo potuto "respirare l'aria di cantiere" come non abbiamo mai avuto il piacere di fare, o almeno questo è quello che ho potuto vivere io...Entrare nel vivo di una passione personale, l'architettura, scoprendo che non si riduce solamente taccuino e china...estro e fantasia...è anche altro!! Essa è costruito, realtà, complesso di norme, oneri e onori...fatica e devozione!

Vorrei evitare di risultare troppo reverenziale ma ho ritenuto importante ed essenziale condividere a caldo alcune sensazioni che questi incontri mi hanno suscitato.

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