ESERCITAZIONE 4_TRAVE IPERSTATICA_METODO DELLE FORZE

 

Il metodo delle Forze consente di risolvere strutture iperstatiche come travi o travi continue su più appoggi, riconducendole a strutture isostatiche di riferimento delle quali sono noti spostamenti e rotazioni, e ponendo come incognite le reazioni vincolari iperstatiche in modo da ristabilire la compatibilità cinematica dei vincoli soppressi.

Risoluzione di una Trave su appoggi, 3 volte iperstatica, con il metodo delle forze.

      

Svincolo le cerniere in B, C, D, rendendole cerniere passanti, e applico tre momenti incogniti X1, X2, X3.

Dobbiamo applicare il principio della sovrapposizione per calcolare gli effetti dovuti al carico q e dai momenti applicati X:

              

Dovendo ritornare ad una condizione di iperstaticità,

e riordando i valori delle rotazioni dovute al carico ripartito q (pl3/24EI)e le rotazioni Primarie (XL/3EI) e Secondarie (XL/6EI) dovute ai momenti incogniti applicati,

                                                                                    

poniamo le rotazioni in ogni carrello uguale a zero, scriviamo queindi le EQUAZIONI DI CONGRUENZA per ogni punto (B, C, D)

 

                                                                                           

mettendo a sistema i valori delle rotazioni in B e C (con B = D), ricavo i valori dei momenti applicati.

Ora studiamo le reazioni sulla trave, suddivisa in 4 tratti, dovuti al carico ripartito q:

                                                         

e ai momenti assegnati: X1 e X3

e X2

                                

e ottengo le reazioni, i valori degli sforzi di Taglio e Momento Flettente che il carico e i momenti producono sulla trave iperstatica:

                                             

Verifica su Sap degli sforzi calcolati:

Taglio

Momento

           

Esercitazione sulla Trave di Vierendeel

 

La TRAVE VIERENDEEL si comporta coma un telaio shear type ribaltato, per cui, presenta pilastri infinitamente rigidi e traversi flessibili. Ne deriva che la forza (F) fa traslare il ritto di una quantità δ, trascinando con sé i traversi che si deformano.

La presenza dei nodi incastro e l’ipotesi di rigidezza flessionale infinita dei pilastri, impone però ai nodi una rotazione nulla. Il traverso si trova nella situazione di una trave doppiamente incastrata  con un sistema che è tre volte iperstatico. Supponendo che uno dei due incastri ceda, avviene una deformazione e quindi una curvatura.

 

Per sapere quanto valgono taglio e momento risolvo la struttura iperstatica con il metodo della linea elastica.

Ottengo quindi i seguenti valori:

 

Dalle equazioni di equilibrio alla traslazione verticale dei pilastri posso risalire agli spostamenti, ai tagli e ai momenti.

 

 

DIAGRAMMA TAGLIO dei TRAVERSI

DIAGRAMMA MOMENTI dei TRAVERSI

 

Più semplicemente si potevano conoscere i valori del taglio e del momento facendo pochi calcoli. Per il taglio bastava sommare tutte le forze agenti sulla trave e successivamente dividerli per due. Per il momento,osservando la deformata si vede dove la curvatura è nulla e quindi anche il momento è nullo. Basta moltiplicare quindi la forza di taglio per il suo braccio l/2 per avere i valori dei momenti.

 

Per conoscere i valori del momento su ogni pilastro, calcolo l’equilibrio in ogni nodo.

Mpilastro=M1+M2(se sono entrembi orario producono un momento nei pilastri antiorario)

Per il taglio nei pilastri applico la seguente regola: 

e quindi ottengo per tutti i pilastri i seguenti valori:

 

DIAGRAMMA TAGLIO dei PILASTRI

 

DIAGRAMMA MOMENTO dei PILASTRI

VERIFICA CON SAP

Disegno la trave vierendeel a sbalzo di L =10 m attravarso la griglia, gli assegno i 2 vincoli di incastro, il peso nullo alla struttura e le forze applicate in z all'incrocio tra travi e pilastri pari a -10 KN m.

Successivamente per poter avere un comportamento simile a quello della trave vierendeel devo assegnare ai pilastri una rigidezza infinita. Su Sap ciò si può ottenere o dando ai pilastri una sezione con modulo di elasticità molto alto oppure assegnandogli una sezione molto grossa. Scelgo la seconda opzione.

Assegno ai traversi una sezione di questo tipo:

e ai RITTI una sezione di questo tipo:

Per ottenere delle sezioni di questo tipo

Faccio partire l'analisi con Run e ottengo:

DEFORMATA

DIAGRAMMA TAGLIO

DIAGRAMMA MOMENTO

 

TRAVE VIERENDEEL DOPPIAMENTE INCASTRATA

DEFORMATA

Essendo una struttura simmetrica ne analizzo solamente la metà.

EQUILIBRIO AI NODI

DIAGRAMMA MOMENTI

Analizzandola con SAP, ottengo i seguenti risultati:

Esercitazione VI_Ripartizione forze sismiche

In questa esercitazione viene affrontato l'aspetto delicato dell'esistenza delle azioni orizzontali (troppo spesso non considerate...) in natura (azione sismica, vento, ecc.).
L'aspetto importante da tenere in considerazione è il fatto che i medesimi elementi strutturali possono avere una doppia funzione, (a patto che siano disposti in maniera intelligente nello spazio. Nella pratica, un insieme di travi e pilastri, se allineati in un piano verticale,  rappresentano allo stesso tempo una struttura che sopporta i carichi verticali ma anche le azioni orizzontali (controvento).
 

Detto ciò, prendiamo in considerazione un piano "tipo" (simile a quello del progetto su cui sto lavorandocon Federico Restaino nel Lab. 2M, definito dal seguente impalcato (pianta strutturale):

Ipotizziamo che l’impalcato sia in calcestruzzo armato (quindi con modulo elastico E=21000 N/mm2) e sia composto da 18 pilastri aventi sezione rettangolare e dimensioni 30x40 cm. Dato che una sezione rettangolare ha due momenti d’inerzia, uno lungo l’asse x e l’altro lungo l’asse y, i pilastri sono stati disposti in base alla tessitura del solaio.

Quindi:
Ix= bh3/12 = 90000,00 cm4  (pilastri A1, A2, B1, B2, C1, C2, D1, E1)
Iy= hb3/12 = 160000,00 cm4  (pilastri D2, D3, D4, D5, D6, E2, E3, E4, E5, E6)
 
Osservando l'impalcato, individuiamo 11 telai piani, 6 lungo Y e 5 lungo X. Questi hanno il compito (oltre a portare il peso della costruzione), anche di controventare la struttura intera, cioè di resistere a forze orizzontali.

Ora, essendo i controventi degli elementi con comportamento elastico, possono essere semplificati come delle vere e proprie molle...

Utilizzeremo ora un foglio Excell, grazie al quale ripartiremo la forza orizzontale (in particolare quella sismica) sui controventi, attribuendone ad ognuno una frazione, che è il rapporto della rigidezza del controvento e della sua distanza da un punto privilegiato (il centro delle rigidezze C).
 

Passo 1: Calcolo delle rigidezze traslanti dei controventi dell'edificio
Come prima cosa, calcoliamo la rigidezza traslante di ogni controvento, quindi tenendo conto del Modulo di elasticità (E), dell’altezza dei pilastri (h) e del momento d’inerzia di ogni pilastro (I). 


Passo 2: Tabella sinottica controventi e distanze

Ora calcoliamo le distanze verticali (dv) e orizzontali (do) dei controventi dal punto O, che è l’origine del nostro sistema di riferimento.


Passo 3: Calcolo del centro di massa
Per calcolare il centro di massa G, dividiamo la struttura in due aree, la più grande di 254,15 m2 e la più piccola di 120 m2.
 

Successivamente inserendo nella tabella la misura di ogni superficie e le coordinate dei relativi baricentri (mantenendo l’origine O come riferimento), otteniamo le coordinate del centro di massa G:
Xg = (A1 x Xg1+ A2 x Xg2) / (A1 + A2)
Yg = (A1 x Yg1+ A2 x Yg2) / (A1 + A2)
 


Passo 4: Calcolo del centro delle rigidezze e delle rigidezze globali
Ora con la tabella troviamo il centro delle rigidezze C, ovvero il punto in cui ruota la struttura se nasce un momento; dopodichè calcoliamo le distanze di ogni controvento dal centro delle rigidezze e infine la rigidezza torsionale totale (la sommatoria di ogni rigidezza moltiplicata per la distanza al quadrato dal centro delle rigidezze).
 

 

Passo 5: Analisi dei carichi sismici

Inserendo una serie di valori (coefficiente di contemporaneità Ψ, coefficiente di intensità sismica c,...) obbligatori da normativa, otteniamo il calcolo della forza sismica orizzontale, che nella nostra struttura è pari a 300,09 KN.

 

Passo 6-7: Ripartizione della forza sismica lungo X e Y
Poichè la forza sismica è applicata nel centro di massa G, che molto spesso non coincide con il centro delle rigidezze C (come in questo caso), avviene una torsione della struttura in quanto si genera un braccio tra i punti G e C (ovviamente, maggiore sarà il braccio e maggiore sarà la rotazione dell’impalcato). 

Le ultime due tabelle calcolano il momento torcente della struttura, le traslazioni e le rotazioni secondo le due direzioni perpendicolari.

Lungo X
 
Lungo Y

ESERCITAZIONE 5_SHEAR TYPE E TRAVE VIRENDEEL

Possiamo indicare come RIGIDEZZA (K) il rapporto tra la FORZA (F) necessaria per imprimere uno spostamento e lo SPOSTAMENTO (δ).

F = k x δ

TELAIO SHEAR TYPE

Con questo modello possiamo indicare uno dei due comportamenti limite di un portale. La caratteristica principale di tale modello è che la trave viene considerata come un CORPO RIGIDO ovvero indeformabile. Questo permette negli incastri (tra trave e pilastro) di avere solo uno spostamento orizzontale (δ) della trave poiché gli unici elementi deformabili sono i pilastri. Come abbiamo accennato precedentemente una volta nota F lo spostamento dipende dalla rigidezza dei pilastri.

 

Analizzando i pilastri li possiamo osservare come una struttura 3 volte iperstatica (essendo doppiamente incastrato). Dobbiamo quindi imporre un CEDIMENTO a ridosso della trave ottenendo di conseguenza una DEFORMATA.

Passando all’INTEGRAZIONE DELLA LINEA ELASTICA abbiamo:

  in assenza di carico si ha perciò 

Dalle CONDIZIONI AL BORDO sappiamo che:

                                      

                             

Ottenute le equazioni dello SPOSTAMENTO v e della ROTAZIONE φ, derivando quest’ultima ricaviamo la CURVATURA χe di conseguenza il MOMENTO FLETTENTE ed il TAGLIO.

                                     

                                     

Possiamo ora diagrammare i due sforzi:

Ovviamente le REAZIONI VINCOLARI ottenute si trasmettono dal PILASTRO alla TRAVE.

Facendo ora l’EQUILIBRIO ALLA TRASLAZIONE  della trave possiamo ottenere il valore di δ.

 

Di conseguenza la rigidezza complessiva è paria a:

 

 

TRAVE VIRENDEEL A MENSOLA

La TRAVE VIRENDEEL è costituita dalla sovrapposizione di più TEALI SHEAR TYPE e quindi possiamo ricorrere al modello precedentemente studiato per poterla analizzare.

In questo esercizio la Virendeel è disposta come una mensola ed composta da 6 telai. Il vantaggio di utilizzare la trave Virendeel è che per ogni campata il momento flettente deve essere pari 0 al centro e questo permette di avere valori minori nelle reazioni agli incastri.

Poiché nel nostro esercizio la struttura è ruotata è più corretto dire che ciò che prima era stato indicato con pilastri ora li identificheremo con travi e viceversa (abbiamo quindi in questo caso dei PILASTRI INFINITAMENTE RIGIDI e delle TRAVI DEFORMABILI). Come abbiamo visto precedentemente la FORZA agente sulla struttura si ripartisce in valori di TAGLIO nei pilastri (in questo caso travi) proporzionali alla loro rigidezza. Essendo quindi le nostre travi di pari luce, materiale e sezione avranno anche la stessa rigidezza.

Ciò comporta che ciascuna trave ha un taglio pari alla metà della forza agente sommata al taglio che proviene dalla trave precedente.

Da tali valori di taglio possiamo ottenere di conseguenza i MOMENTI FLETTENTI moltiplicando il valore del taglio per metà della luce della trave.

                       

    

Possiamo ora analizzare come il momento in ciascun nodo si trasmetta dalla trave al pilastro (grazie all’equilibrio dei momenti nei nodi).

Otteniamo così il seguente diagramma.

Una volta noti i momenti in ciascun pilastro dobbiamo ora ottenere i valori di TAGLIO, per farlo dobbiamo equilibrare a rotazione il pilastri, sommiamo i momenti e dividiamoli per la luce del pilastro.

Otteniamo così il seguente diagramma.

Ora rimane da determinare di quanto si deformi ogni campata ovvero a quanto equivale il suo abbassamento (δ), sappiamo che la rigidezza nel telaio shear type simmetrico è pari a 12EI/L3 per ciascuna trave, conoscendo il taglio in ciascuna campata otteniamo:

 

Otteniamo così la seguente DEFORMATA COMPLESSIVA.

 

Possiamo ora verificare la struttura in SAP, disegniamo un MODELLO 2D FRAMES identico a quello del nostro esercizio.

L’unica differenza rispetto agli esercizi che sono stati fatti finora è nell’assegnazione dei materiali: dobbiamo infatti assegnare un materiale qualsiasi ed un profilo qualsiasi alle travi, mentre per i pilastri che devono essere INFINITAMENTE RIGIDI possiamo agire sulla sezione (cambiando così il momento d’inerzia) oppure sul materiale (cambiando il modulo elastico). In questo caso si è scelto di assegnare direttamente un modulo elastico “estremamente elevato” ed abbiamo ottenuto così i seguenti diagrammi e deformata.

SFORZO ASSIALE

TAGLIO

MOMENTO

Possiamo notare delle differenze tra il modello ideale ed il risultato ottenuto dalla verifica in SAP. Questo è dovuto al fatto che SAP considera le travi rigide anche se di un valore molto piccolo e di conseguenza il momento nella struttura si distribuisce in maniera diversa. Per ovviare a ciò ed ottenere un risultato il più vicino possibile al modello ideale dobbiamo assegnare alle travi delle sezioni molto piccole o un modulo elastico molto minore, con questa piccola accortezza otteniamo i seguenti risultati.

SFORZO ASSIALE

TAGLIO

MOMENTO

 

TRAVE VIRENDEEL DOPPIAMENTE INCASTRATA

Anche in questo esercizio possiamo fare riferimento al TEALIO SHEAR TYPE, con la differenza che la struttura questa volta non rimanda ad una mensola bensì ad una trave doppiamente incastrata, visto che abbiamo due incastri anche nel lato destro; questo ci permette di sfruttare il CONCETTO DI SIMMETRIA.

Iniziamo come nell’esercizio precedente calcolando i diversi valori del TAGLIO facendo però attenzione al pilastro centrale dove agisce una forza F/2 a destra e una forza F/2 a sinistra (perché per il concetto di simmetria lo abbiamo immaginato diviso in 2).

Dai valori del taglio ricaviamo quelli del MOMENTO (sempre moltiplicando il taglio per metà della luce della trave).

 

            

Ora possiamo ottenere i momenti agenti nei pilastri grazie all’equilibrio dei momenti ai nodi, dobbiamo  ricordarci di unire il momento del nodo Ds con quello del nodo Dd che precedentemente avevamo considerato separati per poter applicare il concetto di simmetria.

Sempre come nell’esercizio precedente dai valori dei momenti possiamo ricavarci quello del taglio nei pilasti.

Rimane ora da determinare gli abbassamenti (δ) come abbiamo fatto precedentemente e otteniamo:

 

Otteniamo così la seguente DEFORMATA COMPLESSIVA

 

Possiamo ora verificare la struttura in SAP, disegnando un MODELLO 2D FRAMES identico a quello del nostro esercizio e ripetendo i passaggi dell’esercizio precedente.

SFORZO ASSIALE

TAGLIO

MOMENTO

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