Consideriamo un impalcato di un piano tipologia shear type.
Siano affiancati all’impalcato dei controventi, i quali sono considerati vincoli cedevoli, rappresentati come molle. Questi ultimi intervengono a favorire la resistenza della struttura , quando forze orizzontali, come sisma e vento agiscono su di essa. Studiamo quindi come la struttura reagisce alle forze, supportata anche dall’azione dei controventi.
Siano:
Kv= rigidezza traslante dei controvento verticale
Ko=rigidezza traslante del controvento orizzontale
dv=distanza orizzontale del controvento dal punto O, origine degli assi
do=distanza verticale del controvento dal punto O
STEP 1: Calcolo rigidezze traslanti nell’edificio
Nel file exel, prendendo in esame ogni singolo controvento , e individuando gruppi di essi secondo l’allineamento del telaio orizzontale e verticale, possiamo conoscere la rigidezza di ognuno di essi K_T.
Dato E=21000 N/mmq e h = 5 m .
KT (KN/m) =12EItot/h^3
Calcolo la rigidezza per gruppi di elementi strutturali, ossia per gruppi di pilastri che compongono il telaio.
Siccome ogni telaio raggruppa almeno tre pilastri, (o comunque più di due) il calcolo della rigidezza del telaio terrà conto di questo fatto. Infatti la rigidezza del telaio, a partire dal primo telaio orizzontale, sarà data dal modulo di elasticità, moltiplicato per la somma delle inerzie dei pilastri che ne fanno parte, per 12 il tutto diviso l’altezza, ossia la distanza su cui la forza applicata agisce.
Applicheremo questo metodo per i seguenti telai orizzontali e lo stesso faremo per i telai verticali.
Step 2 Tabella controventi e distanze
La tabella seguente è una tabella riassuntiva delle rigidezze traslanti precedentemente trovate e delle rispettive distanze orizzontali e verticali rispetto un centro di riferimento dato un sistema di assi cartesiani in cui la struttura è inserita. Da cui 0 è il punto di origine da cui si calcolano le distanze.
Step 3 Calcolo centro masse
Calcoliamo ora il centro delle masse.
Per semplificare il calcolo, abbiamo suddiviso la superficie in aree semplici , ossia in aree di rettangoli.
Questo servirà per poter calcolare di ognuna di queste aree il centro di massa, e di conseguenza partire da tre punti, tanti quanti il numero di aree scelte, per trovare il centro delle masse tra questi.
Il centro delle masse è quindi dato dalle due coordinate X e Y. Troviamo X , distanza del centro G (chiamo così il centro delle masse) dall’origine. Il suo valore sarà dato dalla somma del prodotto di ogni area con la sua rispettiva distanza dall’origine, il tutto diviso per la somma delle aree.
Usiamo lo stesso procedimento per trovare la distanza di tutto l’impalcato dall’origine a G, muovendoci sull’asse Y.
Step 4: Calcolo delle rigidezze globali e del centro delle rigidezze
Ora che conosciamo le rigidezze dei telai , possiamo procedere con lo studio.
Calcoliamo ora la rigidezza globale della struttura e di seguito il centro delle rigidezze assoluto.
La rigidezza globale è pari alla somma delle rigidezze del telaio che sto considerando.
Adesso , il centro delle rigidezze, che mi consente di conoscere il punto di applicazione della forza orizzontale di natura sismica ( o atmosferica come il vento) , dunque molto importante, sarà il valore da cui parto per svolgere l’esercizio nella prova simulata.
Esso è dato da due coordinate X e Y calcolate rispetto all’origine . Il centro avrà nome C. Per la prima coordinata X, tengo conto dei telai verticali e delle loro distanze dall’origine; la seconda coordinata Y , tiene a sua volta conto dei telai orizzontali e la loro distanza dall’origine.
Le due coordinate si trovano con un rapporto , pari alla somma dei prodotti della distanza del singolo telaio dall’origine, moltiplicato per la sua rigidezza, il tutto diviso per la rigidezza totale sull’asse corrispondente, come prima specificato.
Step 5: Analisi dei carichi sismici
Tale tabella è riassuntiva dei carichi che sono applicati sulla struttura, con i corrispettivi coefficienti di contemporaneità.
Tali coefficienti , servono per considerare l’improbabilità che le azioni agiscano simultaneamente.
E un calcolo del risultato complessivo della forza agente, di natura sismica o atmosferica che muoverà la struttura nel senso orizzontale.
Step 6/7 ripartizione della forza sismica su X eY:
La forza risultante sarà ripartita sui due assi X e Y , specificando con i valori della tabella , come cambia l’intensità di volta in volta e su quale telaio.
Le tabelle indicano anche , a seconda del punto di applicazione della forza, valori di angoli e spostamenti.
Siccome il tipo di spostamento della struttura dipende strettamente dal punto in cui è applicata la forza, l’angolo è quell’angolo che si crea tra il punto iniziale e quello della deformata quando avviene rotazione, mentre lo spostamento si ha laddove la forza è applicata nel punto che genera solo traslazione.
Vediamo ora cosa accade riportando la struttura in SAP
Con i passi e gli svolgimenti indicati sopra abbiamo inserito e ricavato valori dalla tabella.
Ho disegnato la struttura della tabella in SAP e mi sono servita dei valori calcolati per applicare la forza e vedere cosa succede.
Ho disegnato la struttura su una griglia tridimensionale su SAP , per ricostruire la situazione che avevo in alto nella tabella , dove il numero di pilastri e di telai e le loro reciproche distanze era specificato.
Scegliamo e applichiamo i vincoli, il materiale e la sezione.
Dunque passando alla pratica, selezioni tutti i punti ai piedi della struttura e inserisco gli incastri : bisogna cliccare su :
assign>joint>Incastro.
Quindi clicchiamo su ogni elemento strutturale e affidiamogli una sezione per materiale e dimensioni:
Assign> Frame > Frame sections> Add new property
Scegliamo concrete per la prima , e per tutti gli elementi strutturali. Differenzieremo però le travi dai pilastri dando ai pilastri una sezione 0,30 mx 0,30 m e alle travi una sezione di 0,70 m x 0,30 m, dove l’altezza è più marcata, per avere una rigidezza molto alta.
Scegliamo di applicare la forza sul centro delle rigidezze, e verifichiamo cosa accade.
Cosa ci aspettiamo ?
Che data una forza orizzontale, applicata lungo Y , sul punto del centro delle rigidezze, la struttura non ruoti , ma trasli solamente.
Ora ci occupiamo di rendere infinitamente rigida la struttura , applicando diaphragm ai nodi, in modo che tutta la struttura si muova insieme.
Selezioniamo dunque tutti i punti sulla sommità della struttura, compreso il centro della rigidezza e applichiamo Assign> Joints> Constraints> nel menù a tendina a destra in alto : diaphragm>ok.
Adesso è il momento di verificare il nostro obiettivo.
Applicata la forza , per la quale dobbiamo cliccare su Assign>Joint loads>Forces>Load Pattern Name ( Creiamo una nuova forza ) >Applichiamo la forza su Y , per la direzione dovuta alla sua natura sismica.
Applichiamo l’analisi con >Run.
La struttura , per verificare la prova, dovrà traslare.
Possiamo fare lo stesso , solo applicando la forza sul centro delle masse.
Cosa ci aspettiamo adesso?
Che a struttura non trasli solamente , ma ruoti anche.
Il punto deve cadere dunque su centro delle masse, e sarà la prima cosa che disegneremo, al posto di quello precedente.
Le procedure da seguire sono le stesse eseguite per il caso precedente.
Dopo aver unito i punti insieme al centro delle masse, dovremo applicare la forza.
Essa sarà applicata su Y come prima.
Se tutto va bene, vedremo adesso cosa succederà , e sarà diverso dalla situazione precedente.
Infatti , adesso dovrà verificarsi che la struttura, non trasla solamente ma ruota anche , intorno al punto di applicazione della forza. La rotazione , per inciso, la sappiamo, dalle tabelle.
Dobbiamo dunque inserire la forza su SAP, avviare l’analisi, e verificare che questo avvenga.
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