Es_4 Ripartizione forza sismica

Questa esercitazione è finalizzata a calcolare come viene ripartita una forza orizzontale, come può essere il vento o il sisma, su un generico impalcato strutturale ad un piano. Calcoleremo quindi le rigidezze dei controventi, il centro d’area e il centro delle rigidezze dell’impalcato trovando così gli spostamenti prodotti dalla forza.

L’impalcato preso in considerazione è costituito da telai piani in cemento armato con controventi di tipo Shear-type, la cui caratteristica è di avere travi infinitamente rigide questo fa sì che ai pilastri non vengano trasmesse rotazioni.

Per prima cosa poniamo l’impalcato in un sistema di riferimento cartesiano dove andiamo ad individuare i telai paralleli all’asse y e quindi verticali e i telai paralleli all’asse x quindi orizzontali:

 

Telaio 1v  composto da: pilastri  1, 7 e 11

Telaio 2v  composto da: pilastri  2, 4 e 8

Telaio 3v  composto da: pilastri  9 e 12

Telaio 4v  composto da: pilastri  3 e 5

Telaio 5v  composto da: pilastri  6 e 10

 

 Telaio 1o composto da: pilastri  1, 2 e 3

 Telaio 2o composto da: pilastri  4, 5 e 6

 Telaio 3o composto da: pilastri  7, 8, 9 e 10

 Telaio 4o composto da: pilastri  11 e 12

 

I controventi, che per il solaio rappresentano vincoli cedevoli elasticamente, possono essere schematizzati nel piano dell'impalcato come molle, aventi un’adeguata rigidezza.

Trattandosi di telai shar-type la loro rigidezza sarà data da:

 

Quindi in generale per un telaio di n pilastri la rigidezza sarà: 

Dove E rappresenta il modulo elastico del cls armato mentre I è il momento d’inerzia del pilastro secondo la direzione in cui resiste meglio. 

quindi per il pilastro da noi adottato avremo: 

Iy=(30*40^3)/12=160000

Ix=(40*30^3)/12=9000

       

Andiamo ora a calcolare la rigidezza traslante associata ad ogni controvento sapendo che l’altezza di ogni nostro pilastro è di 3,5 m e il modulo elastico del nostro materiale  è di 21000 N/mm2.

Una volta definita la rigidezza di ogni controvento le riportiamo in tabella insieme alla sua distanza dall’origine. 

Ora vediamo come calcolare il centro di massa dell’impalcato (G).

Innanzi tutto dividiamo l’impalcato in forme geometriche elementari come i rettangoli, nel nostro caso tre, di cui definiamo l’area e il baricentro:

Area A: 11,70 m2

Area B: 6,43 m2

Area C:  8,43 m2

 

Centro A: (1,5 ;  3,9)

Centro B: (4,6 ;  2,9)

Centro C: (2,5 ;  0,97)

 

 

 

 

 

 

Applichiamo ora attraverso il foglio Excel la formula della sommatoria per trovare il centro di massa che risulta avere coordinate G (2,58 ; 2,73).

Definiamo ora le coordinate del centro delle rigidezze (Xc, Yc) attraverso la sommatoria che moltiplica le rigidezze traslanti  (kv, ko) per la distanza del controvento dall’origine (dv, do). 

Ricaviamo ora il valore delle rigidezza torsionale calcolando tutte le distanze dei diversi controventi (ddv, ddo) dal centro delle rigidezze (C) data dalla formula:

Nella tabella successiva possiamo calcolare il valore della forza sismica agente  sull’impalcato attraverso l’analisi dei carichi sismici.

Per far ciò riprendiamo i valori dei carichi strutturali, permanenti, e accidentali dell’esercitazione sul dimensionamento della trave:

qs = 3,12 KN/m2

qp = 3,95 KN/m2

q= 2,00 KN/m2

Attraverso il foglio Excel e il valore dei carichi per unità di superficie (KN/mq) calcoliamo il carico totale permanete (G), il carico totale accidentale (Q) come segue:

ESERCITAZIONE 4

Questa esercitazione viene svolta con l’obiettivo di individuare il metodo di ripartizione di una forza orizzontale, come quella sismica e del vento, sui diversi telai che costituiscono una struttura, applicando il metodo delle rigidezze.

Si prende in considerazione un edificio generico ad un solo piano, in cui struttura è composta da telai piani che, oltre a trasmettere i carichi verticali alla fondazione, possono costituire dei controventi per le azioni orizzontali. In particolare, i telai piani che compongono tale struttura sono realizzati sul modello del telaio Shear-type. I telai Shear-Type sono un modello teorico che hanno la capacità di possedere travi infinitamente rigide, questo fa si che le estremità dei pilastri non possono ruotare. La rotazione impedita porta a deformare i pilastri stessi come travi doppiamente incastrate. In questo caso la deformata si avvicina alla deformata di una trave deformabile per solo taglio.

Nell’ impalcato in figura si individuano 7 telai, 3 paralleli all’asse x e quattro paralleli all’asse y.

  • Telaio 1 verticale: pilastri 1-5-9
  • Telaio 2 verticale: pilastri 2-6-10
  • Telaio 3 verticale: pilastri 3-7
  • Telaio 4 verticale: pilastri 4-8
  • Telaio 1 orizzontale: pilastri 1-2-3-4
  • Telaio 2 orizzontale: pilastri 5-6-7-8
  • Telaio 3 orizzontale: pilastri 9-10

I controventi, che per il solaio rappresentano vincoli cedevoli elasticamente, possono essere schematizzati nel piano dell’impalcato come molle.

In tutta la struttura sono presenti due tipologie di pilastro, uno rettangolare di dimensioni 50x30 cm e uno quadrato di dimensioni 30x30 cm. Pertanto otterremo tre momenti di inerzia distinti (bh³/12), due per il pilastro rettangolare, uno rispetto ad x e l’altro rispetto ad y, e uno per il pilastro quadrato.

I₁xy= bh³/12= 67.500 cm⁴     I₂x= bh³/12= 31.2500 cm⁴    I₂y= b³h/12= 11.2500 cm⁴

Tramite la tabella excel, dopo aver inserito tutti i valori trovati dei diversi momenti d’inerzia, calcoliamo la rigidezza traslante associata a tutti i controventi, inserendo per ognuno di essi l’inerzia dei pilastri che lo compongono. Si parla di telai Shear type, pertanto, per trovare la rigidezza traslante di un telaio composto da n pilastri utilizziamo la formula:

Si ottiene anche una tabella riassuntiva in cui vengono riportate le rigidezze di tutti i controventi calcolati precedentemente. Nella stessa tabella, si devono inserire le distanze di ogni controvento, calcolate da un’origine O arbitraria, che per comodità collochiamo nell’angolo in basso a sinistra dell’impalcato.

Si calcola ora il centro di massa dell’edificio, che corrisponde al centro delle aree dato che si considera l’impalcato con densità di massa uniforme, suddividendo la struttura in tre figure elementari di cui conosciamo il centro in modo intuitivo.

Per farlo utilizziamo la formula derivata da quella per ottenere le coordinate del centro di un sistema di vettori paralleli:

Giunti a questo punto, si calcola la rigidezza totale orizzontale, data dalla somma delle singole rigidezze dei controventi orizzontali, e la rigidezza totale verticale, data dalla somma delle singole rigidezze dei controventi verticali. Così sarà possibile calcolare il centro delle rigidezze riadattando la formula precedentemente utilizzata per il centro di massa, e la rigidezza torsionale totale.

Si riesce così ad individuare sia il centro di massa G sia il centro delle rigidezze C, dell’intero impalcato.

Si effettua l’analisi dei carichi sismici per ricavare la forza che agisce nel centro di massa. Si calcola il carico totale permanente (G) e accidentale (Q) del solaio, partendo dal valore dei carichi per unità di superficie [kN/mq] e utilizzando le seguenti formule:

G = (qs + qu) Atot      Q = qa Atot

In accordo con la normativa tecnica si utilizza la combinazione sismica per calcolare i pesi sismici:

W = G + ψ2j · Q   in cui ψ rappresenta il coefficiente di contemporaneità indicato dalla normativa.

F = W c    moltiplicando W, ossia il peso sismico, per un coefficiente di intensità sismica c che tiene conto della sismicità del luogo di progettazione dell’edificio, si ottiene F, la forza sismica da applicare al centro di massa.

Ora si considera l’azione della forza sismica lungo x e poi lungo y. Si trova lo spostamento orizzontale, verticale e la rotazione tramite le seguenti formule:

Ora che abbiamo tale forza la andiamo ad applicare nel centro d’area creando 2 casi:

  • forza applicata in direzione x, che comporterà ad possibile rotazione e traslazione orizzontale dell’impalcato
  • forza applicata in direzione y, che comporterà ad possibile rotazione e traslazione verticale dell’impalcato 

Esercitazione5_Gli archi

In questa esercitazione si metteranno a confronto i comportamenti di differenti tipi di arco soggetti a un carico uniforme.

arco a tutto sesto   F = L

arco ribassato        F < L

arco parabolico     F > L

1_ Disegnare, su Autocad 3D o Rhino, i tre tipi di arco, tutti con la stessa luce e importarli in SAP con il formato .dxf

2_ Determinare il modello di arco a tre cerniere inserendo: ai punti d'imposta di ogni arco il vincolo cerniera esterna, mentre in chiave usare il comando Release/Partial Fixity per creare una cerniera interna, annullando il momento.

3_ Stabilire la sezione dell'arco, impostandolo come se fosse in cemento con una sezione rettangolare di 40x25cm, avendo la dimensione più grande perpendicolare alla linea dell'asse.

4_ Applicare un carico di 20KN/m su tutta la struttura, ricordando di selezionare l'opzione Gravity projected, affinchè il carico sia distribuito in maniera uniforme rispetto alla curvatura dell'arco.

5_ Analizzare i tre archi. Le reazioni vincolari alle imposte saranno per entrambi rv = ql e ro = ql2/2f

Più la freccia si avvicina all'imposta dell'arco, più la spinta aumenta, poiché sono inversamente proporzionali.

                  

ESERCITAZIONE 4_RIPARTIZIONE DELLE FORZE SISMICHE SU UN IMPALCATO IN C.A.

Si vuole calcolare la rigidezza di un impalcato costituito da sette telai di cemento armato basati sul modello teorico "shear-type", osservare la collocazione del suo centro delle rigidezze rispetto al centro di massa, e la sua capacità di rispondere alle sollecitazioni orizzontali (in particolar modo, quelle sismiche). L'impalcato è il seguente:

I pilastri sono tutti di sezione rettangolare 30x50 cm, alcuni disposti lungo x, altri lungo y, come si piò osservare dalla pianta, e la loro altezza è di 300 cm.

Nel primo step della tabella Excel, vengono richiesti i dati riguardanti la geometria e i materiali dei vari telai: l'altezza h, il modulo plastico E (da materiale, 21000 N/mmq) e i momenti d'inerzia I (per la sezione rettangolare bh3/12, quindi 312500 cm4 quello maggiore, 112500 cm4 quello minore).

La tabella è quindi in grado di  calcolare la rigidezza traslante di ogni telaio , che si ottiene dalla formula: 

                                                                            

Questo perché si assume il modello "shear-type", nel quale ogni pilastro ha una rigidezza pari a 12EI/h3.

Ogni telaio è in grado di opporsi a sforzi orizzontali paralleli al suo sviluppo (possiamo quindi rappresentare ogni telaio con una molla che ostacola gli spostamenti):

E' ora necessario calcolare le coordinate X e Y del centro di massa G, che si calcolano tenendo conto dei due centri G1 e G2 dei due rettangoli (si decide di far coincidere il centro di massa con quello d'area), ed inserendoli nella formula per il centro di un sistema di vettori paralleli:

                                                             

 

Il centro di massa risulta quindi di coordinate (8,13 m ; 4,13 m)

Dopo aver trovato G, serve trovare anche il centro delle rigidezze C, con la stessa formula del centro del sistema di vettori paralleli, i cui dati vengono raccolti nella tabella dello step 2 di cui sopra:

                                                                     

Il centro delle rigidezze C risulta avere coordinate (9,08 m; 2,94 m). In seguito viene mostrata la reciproca posizione di G e C nell'impalcato:

Una buona progettazione impone che i due centri non abbiano una distanza troppo elevata, onde limitare (o addirittura, annullare) la rotazione rigida dell'impalcato, e di conseguenza momenti torcenti sui pilastri, sottoponendo la struttura a sola traslazione pura. In questo caso la distanza è accettabile, anche se l'impalcato tende comunque a ruotare: è necessario allora calcolare la sua rigidezza torsionale come mostrato nella tabella dello step 4 di cui sopra.

Il foglio Excel calcola quindi prima le distanze dei controventi dal centro delle rigidezze, in modo da poter applicare la formula seguente:

                                                 

La rigidezza torsionale totale risulta quindi 7877467,28 KNm.

Lo step 5 riguarda il calcolo dell'entità del carico sismico dell'impalcato, per il quale è necessario conoscere i carichi strutturali qs, i carichi permanenti non strutturali qp ed i carichi accidentali qa: si considera un solaio in laterocemento (vedere esercitazioni 2 e 3 per dettagli) ad uso residenziale, ovvero:

qs=1,86 KN/mq, qp=1,91 KN/mq, qa=2 KN/mq.

Essi devono essere moltiplicati per l'area dell'edificio in modo da ottenere  i carichi totali G = 452,4 KN e Q = 240 KN, a loro volta sommati e moltiplicati per il coefficiente di contemporaneità 0,8 per avere il valore del peso sismico W = 644,4 KN; infine è necessario moltiplicare per il coefficiente d'intensità sismica c, che dipende dall'area geografica e dalla sua sismicità (in questo caso vale 0,1) fino ad ottenere lo sforzo sismico orizzontale F =64,44 KN.

Gli step 6 e 7 calcolano i valori degli spostamenti orizzontali e verticali e della rotazione dell'impalcato applicando la forza F sul centro di massa G, rispettivamente lungo l'asse X e lungo l'asse Y, con le formule qui riportate:

Il momento torcente M che appare nella formula ha come forza la forza sismica F e come braccio la distanza tra centro di massa e centro delle rigidezze, e vale quindi -61,34 KNm.

La tabella quindi calcola la forza sui singoli controventi (sempre una volta per Fx e una per Fy) e per fare ciò utilizza le seguenti formule nel caso della forza lungo X: 

                

rispettivamente per i controventi orizzontali e quelli verticali;  Lo stesso principio si applica con la forza lungo Y:

              

 

 

 

Esercitazione 4: Ripartizione forze sismiche.

L’obiettivo di questa esercitazione è quello di calcolare come viene ripartita una forza orizzontale, in questo caso quella sismica, su diversi telai che compongono una struttura, applicando il  metodo delle rigidezze.

Prendiamo in considerazione un generico edificio ad un solo piano, la cui struttura è composta da telai piani che, se ben progettati, oltre a trasmettere i carichi verticali alla fondazione possono fungere da controventi per le azioni orizzontali.

In particolare, i telai piani che compongono la struttura sono di tipo Shear-type.

Nel presente impalcato si possono individuare otto telai, quattro paralleli all’asse x e e quattro paralleli all’asse y.

  • Telaio 1 verticale: pilastri 1-4
  • Telaio 2 verticale: pilastri 2-5-7-10
  • Telaio 3 verticale: pilastri 3-6-8-11
  • Telaio 4 verticale: pilastri 9-12
  • Telaio 1 orizzontale: pilastri 1-2-3
  • Telaio 2 orizzontale: pilastri 4-5-6
  • Telaio 3 orizzontale: pilastri 7-8-9
  • Telaio 4 orizzontale: pilastri 10-11-12

Complessivamente sono presenti due tipologie di pilastro, uno rettangolare di dimensioni 30x40 cm e uno quadrato di dimensioni 30x30 cm. Pertanto otterremo tre momenti di inerzia distinti (bh2/12), due per il pilastro rettangolare, a seconda se viene calcolato rispetto ad x o rispetto ad y, e uno per il pilastro quadrato.

I controventi, che per il solaio rappresentano vincoli cedevoli elasticamente, possono essere schematizzati nel piano dell’impalcato come molle.

STEP 1: tramite la tabella excel, calcoliamo la rigidezza traslante associata a tutti i controventi, inserendo per ognuno di essi l’inerzia dei pilastri che lo compongono. Stiamo parlando di telai Shear type, pertanto, per trovare la rigidezza traslante di un telaio composto da n pilastri utilizziamo la formula:

STEP 2: otteniamo una tabella riassuntiva in cui vengono riportate le rigidezze di tutti i controventi calcolati nel primo step. In più, nella stessa tabella, inseriamo le distanze di ogni controvento da un’origine O arbitraria, che per comodità collochiamo nell’angolo in basso a sinistra dell’impalcato.

STEP 3: a questo punto calcoliamo il centro di massa dell’edificio, che corrisponde al centro delle aree dato che consideriamo l’impalcato con densità di massa uniforme, suddividendo la struttura in tre figure elementari di cui conosciamo il centro in modo intuitivo.

Per farlo utilizziamo la formula derivata da quella per ottenere le coordinate del centro di un sistema di vettori paralleli:

STEP 4: calcoliamo la rigidezza totale orizzontale, data dalla somma delle singole rigidezze dei controventi orizzontali, e la rigidezza totale verticale, data dalla somma delle singole rigidezze dei controventi verticali.

In questo modo sarà possibile calcolare il centro delle rigidezze riadattando la formula precedentemente utilizzata per il centro di massa, e la rigidezza torsionale totale.

Si possono ora posizionare centro di massa e centro delle rigidezze all’interno del sistema di riferimento in cui abbiamo disegnato l’impalcato. Questa operazione ci consente di verificare se l’impalcato subisce una rotazione, infatti, dal momento che la forza orizzontale derivante dal sisma deve essere applicata sul centro di massa, l’unico caso in cui non abbiamo rotazione, ma solo traslazione verticale o orizzontale, è quello in cui centro di massa e centro delle rigidezze coincidono.

 Come evidente dall’immagine i due centri non coincidono, pertanto applicando la forza sismica nel centro di massa una volta lungo X e una volta lungo Y, otteniamo in entrambi i casi traslazione e rotazione.

STEP 5: effettuiamo l’analisi dei carichi sismici per ricavare la forza che agisce nel centro di massa. Ipotizziamo di avere un solaio in latero cemento e calcoliamo il carico totale permanente (G) e accidentale (Q) partendo dal valore dei carichi per unità di superficie [kN/mq], utilizzando le seguenti formule:

G = (qs + qu) Atot      Q = qa Atot

In accordo con la normativa tecnica utilizziamo la combinazione sismica per calcolare i pesi sismici:

W = G + ψ2j · Q   in cui ψ rappresenta il coefficiente di contemporaneità indicato dalla normativa.

F = W c    moltiplicando W, ossia il peso sismico, per un coefficiente di intensità sismica c che tiene conto della sismicità del luogo di progettazione dell’edificio, otteniamo F, la forza sismica da applicare al centro di massa.

STEP 6 e 7: consideriamo l’azione della forza sismica lungo x e poi lungo y e troviamo lo spostamento orizzontale, verticale e la rotazione tramite le seguenti formule:

Per ricavare la forza sui singoli controventi nei due casi di carico utilizziamo:

Esercitazione 4: ripartizione delle forze sismiche

L'obiettivo dell'esercitazione è capire, utilizzando il metodo delle rigidezze,  come le forze orizzontali si ripartiscano all'interno di un telaio piano.

Il primo passaggio consiste nel disegnare la pianta strutturale dell’edificio preso in considerazione ed individuare i telai.

 

Individuo:

Telaio 1o composto da: Pilastri 1 e 5

Telaio 2o composto da: Pilastri 2 e 6

Telaio 3o composto da: Pilastri 3, 7, 9 e 11

Telaio 4o composto da: Pilastri 4, 8, 10 e 12

Telaio 1v composto da: Pilastri 1, 2, 3 e 4

Telaio 2v composto da: Pilastri 5, 6, 7 e 8

Telaio 3v composto da: Pilastri 9 e 10

Telaio 4v composto da: Pilastri 11 e 12

 

I controventi, che per il solaio rappresentano vincoli cedevoli elasticamente, possono essere schematizzati nel piano dell'impalcato come molle, aventi un’adeguata rigidezza.

Con l’aiuto del file excel calcolo la rigidezza traslante dei controventi.

il modulo di Young che utilizzo è quello proprio del Calcestruzzo armato, vale a dire 21000 MPa; l'inerzia, calcolata in base all'orientamento dei pilastri secondo la formula bh/12  è invece 312500 sull'asse y e 112500 sull'asse y.

calcolata a rigidezza traslante possiamo riassumere in una tabella sinottica le rigidezze traslanti e le distanze dei controventi dall'origine.

ll terzo passaggio consiste nel calcolare il centro di massa secondo la formula:

 

 

 

Esercitazione IV: Ripartizione di una Forza sismica

 

Per questa quarta esercitazione vogliamo vedere gli effetti di una forza orizzontale (nello specifico una forza sismica) su di un telaio piano, utilizzando il metodo delle rigidezze e applicnado la forza come Fx e Fy lungo le coordinate x e y .

 

Prendiamo in esame l'impalcato di un solaio appartenente ad un edificio monopiano,  di cui la struttura sia composta da telai piani realizzati in cemento armato. Questo telaio non soltanto permette di scaricare a terra i carichi mediante il flusso di carico verticale, ma anche di sopportare le azioni orizzontali ( che possono,ad esempio, essere causate da vento o sisma), funzionando come veri e propri controventi. Per prima cosa dobbiamo individuare i telai che compongono il nostro impalcato: avremo 4 telai paralleli alla direzione x  e 4 paralleli a y

1v- Pilastri: 1-5-9-12              1o- Pilastri: 1-2-3-4

2v- Pilastri: 2-6-10-13            2o- Pilastri: 5-6-7-8

3v- Pilastri: 3-7-11                 3o- Pilastri: 9-10-11

4v- Pilastri: 4-8                      4o- Pilastri: 12-13

Il controvento può essere definito come un appoggio cedevole elasticamente, in quanto corpo rigido sul proprio piano che si oppone elasticamente ad una forza orizzontale applicata.La capacità del controvento di opporsi (più o meno) a questa forza è la sua rigidezza. Per questo motivo possiamo vedere questi controventi come molle

Per questa esercitazione ipotizziamo che il telaio sia modellato come un telaio di tipo Shear-Type, la cui rigidezza traslante è:

Dobbiamo quindi tenere conto del modulo di elasticità E del materiale ( E c.a.= 21.000 MPa) e dei diversi Momenti di Inerzia legati alla forma della sezione del pilastro

  • Ix= (bh3)/12=160.000 cm4
  • Iy= 90.000 cm4

Nello STEP1, calcoliamo la rigidezza traslante associata a tutti i controventi, in base alle altezze H al modulo di elasticità E e ai momenti d'inerzia I, come già anticipato:

Nello STEP2 viene riportata una tabella riassuntiva dei valori delle rigidezze traslanti e delle distanze dei controventi da un polo O, origine di un sistema di riferimento cartesiano da me scelto.

Con lo STEP 3 intendiamo calcolare le coordinate del centro di massa dell'impalcato; per far questo lo suddividiamo in 3 Aree rettangolari i cui centri di massa relativi sono più immediati da individuare. Una volta noti questi, possiamo conoscere le coordinate x ed y di G grazie alla formula (derivata da quella per le coordinate del centro di un sistema di vettori paralleli:

Nello STEP 4 vengono calcolate le rigidezze totali sia verticale che orizzontale, nonché la rigidezza torsionale totale e il centro delle rigidezze come segue:

 

A questo punto possiamo applicare all'impalcato i centri di massa e rigidezza, confrontarne le posizioni relative e applicare una forza (sismica) orizzontale al centro di massa G per valutarne gli effetti cinematici.

Come è possibile immediatamente evincere dall'immagine soprastante, i due centri non coincidono, il che vuol dire che applicando forze in entrambe le direzioni la nostra struttura subirà non solo una traslazione ma anche una rotazione, provocata da un momento di intensità pari a F applicata in G per la distanza tra i due centri (braccio).

Nello STEP 5 analizziamo i carichi gravanti sulla struttura per conoscere l'effetto del carico sismico, tenendo presente che il solaio ipotizzato è in latero-cemento per un ufficio aperto al pubblico ( CAT-B2); l'analisi prevede:

dove: -G= carichi permanenti; - Q= carichi variabili; W= peso sismico; psi= fattore di contemporaneità; c= coeff. intesità sismica; F= forza sismica orizzontale

Infine, negli STEP 6 e 7 passiamo alla valutazione degli effetti cinematici della forza orizzontale, rispettivamente orientata lungo x e lungo y. Come già detto, prevediamo di avere sia traslazioni che rotazioni in entrambi i casi, in quanto i due centri C e G non combaciano.

-Effetti di forze orizzontali lungo x ed y:

Valuteremo le incognite cinematiche come segue:

 

  

Come possiamo vedere dalle tabelle le nostre previsioni erano corrette, ma possiamo vedere anche come i nostri controventi reagiscano bene, grazie alle loro rigidezze, offrendoci valori piuttosto contenuti di v, u e phi.

Esercitazione4_Ripartizione forze sismiche

Studiare il comportamento di una struttura semplice (1 piano) sottoposta a forze orizzontali, in questo caso dovute a un sisma. Analizzare come vengono ripartite queste forze nei controventi e verificare se ben dimensionato il modello. Considerare la struttura composta da telai Shear Type (travi con rigidezza flessionale infinita)

Pilastri 40x30

1_Definire i controventi orizzontali con ko e i controventi verticali con kv

2_Inserire nello Step1 (Calcolo delle rigidezze traslanti dei controventi) del foglio excel i dati relativi ai pilastri dei telai: Modulo E, altezza H, momenti d'inerzia I. Il foglio excel calcolerà la rigidezza traslante di ogni controvento 12EI/h3

3_Step2 (tabella sinottica controventi e distanze-), sono elencate tutte le rigidezze dei telai e le relative distanze dal punto di origine definito, in questo caso coincide con la posizione del pilastro 15.

4_Step3 (calcolo del centro di massa), ricavare il centro di massa suddividendo l'impalcato in due forme geometriche semplici per facilitare il calcolo delle aree e del loro centro.

Si trovano così con la tabella le coordinate del centro totale delle masse, centro di massa dell'impalcato.

5_Step4 (calcolo del centro di rigidezza e delle rigidezze globali), calcolare la rigidezza totale orizzontale e quella verticale dei controventi. Le coordinate del centro di rigidezza sono analoghe come formula a quelle del centro di massa.

Inoltre in questo step si calcola la rigidezza torsionale, calcolando tutte le distanze dei diversi controventi da C, centro delle rigidezze.

6_Trovando il centro di massa e quello delle rigidezze, si puó capire come l'impalcato si muova applicando la forza sismica nel centro di massa G. Visto che C e G non coincidono, la struttura oltre a traslare, ruota. La forza sismica si scompone nelle direzioni orizzontali e verticali, provocando in entrambe i casi una rotazone antioraria dell'impalcato.

7_Step 5 (analisi dei carichi sismici), considerare un solaio in laterocemento nella struttura a telaio Shear Type. Calcolare i carichi agenti sulla struttura, per unità di superficie (qs, qp, qa= uso residenziale) e poi ricavare il carico totale permanente G e il carico totale accidentale Q.

                      

Trovare il peso sismico W che rappresenta la forza peso dell'edificio, introducendo un coefficiente di intensità sismica c, che tiene conto della sismicità del luogo di progettazione dell'edificio. F = W * c

8_Step 6 e 7 (ripartizione forza sismica lungo x e y) trovare come si ripartisce la forza sismica sui controventi e quali sono gli effetti cinematici del telaio. Ricavare lo spostamento orizzontale u e la rotazione φ dovuti alla forza sismica in direzione orizzontale, inoltre lo spostamento verticale v e la rotazione φ dovuti alla forza sismica in direzione verticale.

Una volta determinati questi valori si può ricavare la forza sui singoli controventi, usando due formule:

     Nel caso in cui la forza è parallela all'asse x, le rigidezze orizzontali reagiranno con forze che sono la sovrapposizione degli effetti di traslazione u e rotazione. Mentre le rigidezze verticali avranno forze che reagiscono solo alla rotazione dovuta dalla forza orizzontale.

  Nel caso in cui la forza è parallela all'asse y, le rigidezze verticali reagiranno con forze che sono la sovrapposizione degli effetti di traslazione v e rotazione. Mentre le rigidezze orizzontali avranno forze che reagiscono solo alla rotazione dovuta dalla forza verticale.

Analizzando l'impalcato su SAP:

1_Costruire la struttura, assegnare gli incastri ai pilastri, individuare i due centri (massa e rigidezze), assegnare il vincolo interno DIAPHRAGM affinchè l'impalcato si comporti rigidamente: subendo uno spostamento, la rotazione intorno all'asse verticale z è bloccata.

2_Assegnare sia ai pilastri che alle travi una sezione e un materiale (profilo di cemento armato). Far si che il momento d'inerzia delle travi sia sufficientemente maggiore rispetto a quello dei pilastri, in modo tale che la struttura simuli il comportamento del modello Shear Type.

3_Assegnare al centro di massa la forza sismica in direzione orizzontale. Analizzare la struttura.

4_Verificare il comportamento dell'impalcato, se la rotazione è eccessiva cercare di avvicinare il centro delle rigidezze il più possibile al centro di massa, cambiando le dimensioni dei pilastri per aumentare la loro rigidezza. In questo caso le rotazioni sono trascurabili.

Es_3 Dimensionamento e verifica di una trave a sbalzo

La seguente esercitazione mostra il dimensionamento di una trave a sbalzo di un generico solaio in c.a., in acciaio e in legno.

L'impalcato di riferimento è il seguente:

Troviamo l’area d’influenza maggiore tra le tre travi a sbalzo, esattamente come abbiamo fatto per l’esercitazione precedente, considerando però che non si tratta più di una trave doppiamente appoggiata, ma di una mensola quindi il Mmax = Ql2/2 

Una volta dimensionata la sezione della mensola sarà necessario verificare la sua deformabilità controllando che l’abbassamento massimo dell’elemento non sia maggiore di 1/250 della luce. Questo procedimento si effettua allo Stato Limite di Esercizio in quanto ci interessano spostamenti e deformazioni della trave, azioni che possono compromettere l’uso e la funzione dell’edificio. Attraverso il foglio Excel calcoliamo la combinazione frequente allo SLE. 

 l/ vmax > 250   

Solaio incalcestruzzo armato

Il solaio analizzato è in latero cemento armato, con categoria di destinazione d’uso C2, cioè ambienti suscettibili di affollamento come i balconi o ballatoi.  

 

Peso proprio della struttura

qs = 3,12 KN/m2

Peso portato dalla struttura:

qp = 3,95 KN/m2

Carico accidentale:

qa  = 4,00 KN/m2

Calcoliamo il carico totale attraverso una tabella Excel

KN/ m2 (3,12 + 3,95 + (4,00 · 1,5)) 5,5 m =54,29 KN/m = qu

Calcoliamo il momento massimo

Mmax =  434,28 KNm

Una volta trovato il valore del momento massimo procediamo scegliendo il tipo di acciaio (nel nostro caso acciaio S450) e di calcestruzzo (C30) determinando i valori delle tensioni caratteristiche di progetto del calcestruzzo fcd e quella delle barre d’acciaio fyd attraverso i valori della resistenza dei due materiali:

 fcd = αcc fck/gc

fyd = fyk/gm

Definendo ora la base della sezione e noti i valori delle tensioni di progetto calcoliamo l’altezza utile da sommare al copri ferro per ottenere l'altezza minima della sezione anche attraverso b e r.

Andiamo ora a verificare le dimensioni appena definite della sezione (40x60) aggiungendo il peso proprio della trave e ricontrollando l’abbassamento. 

 

Solaio in Legno

Peso proprio della struttura

qs = 0,27 KN/m2

Peso portato dalla struttura:

qp = 2,74KN/m2

Carico accidentale:

qa  = 4,00 KN/m2

E procediamo inserendo il valore caratteristico a flessione del legno che scegliamo in base alla classe di resistenza fmk, il coefficiente parziale di sicurezza gM, e il coefficiente diminutivo del valore di resistenza. Attraverso questi valori calcoliamo la tensione di progetto fd.                

Stabiliamo ora la misura della base, e troviamo attraverso la formula l’altezza minima che dovrà avere la nostra sezione.

Una volta trovata l’altezza minima la sezione ingegnerizzata risulta essere di 60x65 cm.

In questo caso il peso proprio della trave in legno non viene considerato in quanto è un materiale leggero.

 

Solaio in Acciaio

Peso proprio della struttura

qs = 2,55 KN/m2

Peso portato dalla struttura:

qp = 3,45 KN/m2

Carico accidentale:

qa  = 4,00 KN/m2

In base hai carichi calcolati, troviamo il momento massimo e scegliamo il tipo di acciaio: S355. 

Calcoliamo ora il modulo di resistenza a flessione -Wx- che deve essere minore di quello di progetto -Wd- e andiamo a scegliere il profilo della nostra IPE sul sagomario.

Il profilo adottato è un’IPE 500.

Verifichiamo ora che il rapporto tra la luce della trave e l’abbassamento massimo non sia superiore a 250, come prevede la normativa. 

Per calcolare l’abbassamento quindi aggiungo al -qu- il peso proprio della trave data dal sagomario, calcolato nella combinazione allo SLE -qe-, definisco il modulo elastico del materiale -E- e il momento d’inerzia -I-.

Il profilo risulta essere verificato.

 

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